Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ca’ Letizia, pressing sul Comune Don Bonini: i poveri sono di tutti
La Curia punta sulla Cipressina, proposta via Spalti. Domani chiude Betania
● Il Patriarcato ha deciso una riorganizzazione delle mense per i poveri di Ca’ Letizia a Mestre e Betania a Venezia.
● Betania chiude domani, il servizio sarà spostato spostato alla Casa d’accoglienza San Giuseppe alla Tana, in attesa della nuova sede alle Muneghette, dell’Ire MESTRE «I poveri sono una questione sociale, a carico di tutta la comunità, non della sola Chiesa. Ca’ Letizia va spostata? Allora si potrebbe dividere l’onere: la San Vincenzo può offrire la sua professionalità, l’esperienza dei suoi volontari, il Comune invece potrebbe mettere a disposizione uno spazio inutilizzato di sua proprietà, ne ha diversi nella zona di Santa Maria dei Battuti, nei dintorni di via Spalti». Don Fausto Bonini, storico parroco del Duomo di Mestre, entra a gamba tesa sul trasferimento della mensa di via Querini con il dichiarato intento di riaccendere il confronto, a suo parere piuttosto arido. Ecco perché la sua idea sembra quasi una provocazione, nel suo chiamare in causa Ca’ Farsetti. Il sacerdote sposa quasi in toto la posizione già espressa da Don Armando Trevisiol, che nei giorni scorsi aveva bocciato l’ipotesi di riadattare a presidio sociale il centro per migranti di via del Gaggian, alla Cipressina: «La città che produce “rifiuti d’uomo” deve anche provvedere a queste persone — aveva detto l’ex parroco di Carpenedo — Anche quarant’anni fa le strutture di accoglienza dovevano chiamare la polizia quasi ogni giorno per riportare l’ordine, ma questo non può costringere gli ospiti a raggiungere la periferia: hanno tutti gli stessi diritti». Da parte sua, la Curia preferisce non parlare di trasferimenti, piuttosto di un «ripensamento del servizio», come ha più volte ribadito don Fabrizio Favaro, vicario episcopale del Patriarcato per gli Affari economici: «Vogliamo aggiungere un “filtro” che chieda agli ospiti di affrontare la difficoltà, per puntare sul reinserimento». Questo comunque non esclude lo spostamento, su cui Favaro non si sbilancia, limitandosi a escludere come troppo scomoda la soluzione in zona Auchan. E in questa incertezza si inserisce la suggestione di don Fausto, che vede nei dintorni di via Spalti una possibile via d’uscita, anche escludendo lo stabile a ridosso della casa d’accoglienza, già Gli ospiti di Ca’ Letizia in via Querini in attesa di entrare in mensa destinato agli ampliamenti della struttura comunale: «Quella è una zona che si può raggiungere a piedi, come via Querini, quindi accessibile tanto per gli ospiti quanto per i volontari, che spesso sono anziani e non possono essere spediti ai quattro angoli del Comune. E poi — specifica Bonini — i poveri non possono essere ulteriormente marginalizzati, andandoli a nascondere dietro l’angolo». Il vecchio palazzo di via del Gaggian viene bocciato per mille motivi, compresa la lunga opera di restauro necessaria per renderlo di nuovo ospitale e funzionale. Via Spalti, però, non convince Ca’ Farsetti: gli uffici dei servizi sociali temono una concentrazione di situazioni problematiche, sommando gli ospiti di Ca’ Letizia con quelli di Santa Maria dei Battuti. Meglio sentire più voci, più opinioni, per questo l’ultima provocazione di don Fausto interpella per nome e cognome i responsabili della San Vincenzo: «Don Armando è il fondatore, parla perché sente il problema come suo, ma che ne dicono l’attuale presidente e l’assistente ecclesiastico?». Intanto domani ci sarà l’ultima cena di Betania, la mensa di Venezia trasferita alla Tana.