Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Alberto resta gravissimo papà Antonello sotto choc Giulia, funerali mercoledì
Schianto sulla Treviso-Mare, Franco Antonello è disperato Lo scrittore Ervas: «Piango, la vita si è accanita contro di lui»
CASTELFRANCO Alberto Antonello, 19 anni fra pochi giorni, è gravissimo e lotta tra la vita e la morte. Figlio di Franco — reso celebre dal romanzo di Ervas e oggi dal film di Salvatores che raccontano la sua vita con l’altro figlio, autistico — era al volante dell’auto nella quale è morta Giulia Zandarin, 18 anni, la fidanzata, e ora è indagato per omicidio stradale. Gli avevano appena ritirato la patente e nel sangue aveva un tasso alcolico di 0,7 grammi per litro. Ieri una valanga di messaggi di solidarietà per le due famiglie. Mercoledì i funerali di Giulia.
CASTELFRANCO (TREVISO) Alberto Antonello è gravissimo. Attaccato a tubi e respiratore, in coma farmacologico, non smette di lottare nel reparto Rianimazione dell’Ospedale di Mestre. Accanto a lui, papà Franco e mamma Angela, che da venerdì non lo lasciano un attimo. Due famiglie distrutte, dopo lo schianto in auto di venerdì all’alba, quella di Alberto Antonello, che era alla guida e quella di Giulia Zandarin, la fidanzata, 18 anni, che nella tragedia ha perso la vita: morta sul colpo. Una città sgomenta, Castelfranco Veneto, culla di entrambi i ragazzi. Le prossime ore saranno cruciali. Alberto ha molte fratture e lesioni interne gravi, oltre a un importante trauma cranico. Papà Franco Antonello è trincerato nel suo dolore. Non lascia l’ospedale, non risponde al telefono. Poche parole agli amici più cari. «Sono distrutto. Distrutto. Annientato». Aveva appuntamento venerdì a pranzo, con Alberto e Giulia. Belli e innamorati. Inseparabili. Invece è dovuto correre in ospedale. Doveva essere un momento in famiglia. Come facevano spesso. Tutti insieme, anche con Andrea Antonello, fratello di Alberto, ragazzo autistico diventato famoso dopo il libro dello scrittore Fulvio Ervas «Se ti abbraccio non avere paura», che l’ha portato in tante trasmissioni tivù insieme a papà Franco. Il libro ora è approdato al cinema, trasformato dal regista Gabriele Salvatores nel film «Tutto il mio folle amore», già un successo.
Ieri è stato tutto un susseguirsi di telefonate e messaggi, Castelfranco Veneto e tutta l’Italia si sono stretti intorno alle due famiglie. Oltre 400 i post arrivati sulla pagina Facebook Franco e Andrea, che promuove l’attività della Fondazione «I bambini delle Fate», creata da Franco per sostenere la ricerca sull’autismo e portare avanti progetti. «Siamo tutti con voi», «Preghiamo per voi», «Forza Alberto», «Il vostro amore vincerà» e via così. Anche personaggi famosi hanno voluto fare sentire il loro affetto: «La redazione si stringe in un abbraccio rivolto a Franco Antonello, diventato per noi un amico dopo il servizio di Giulio Golia», scrivono Le Iene. «E’ un momento in cui serve riflettere e dare sostegno a Andrea e Franco», fa sapere il campione olimpico mondiale di canoa, Daniele Scarpa. E il regista Salvatores ieri si è informato delle condizioni di Alberto. Ma sui siti che hanno dato la notizia, sono arrivate anche critiche al ragazzo. E frasi velenose. Affranto lo scrittore Fulvio Ervas, prima di tutto amico di Franco Antonello e della famiglia, oltre che autore della storia decollata in tutto il mondo, che ha contribuito a fare conoscere l’universo dei ragazzi autistici, oltre ogni tabù o paura. «Non riesco a fare altro che piangere. Non ho parole. La vita si è accanita contro Franco Antonello. Una tragedia - dice Ervas, che in questi giorni è in Sicilia - . So com’è Franco, questo dolore immenso l’ha fatto chiudere, ha abbassato la saracinesca tra lui e il mondo. Spero di riuscire a vederlo domani». Sui commenti degli hater social, Ervas: «Se Franco non fosse famoso, nessuno avrebbe detto nulla. Basta con l’odio da web, è una società malata».
Franco, un papà che ha sempre vissuto per i suoi figli. Imprenditore, completamente concentrato su Andrea, da quando a due anni gli fu diagnosticato l’autismo, ha dedicato la sua esistenza a combattere perché i ragazzi autistici possano avere una vita normale, inseriti nella società. Con Andrea ha addirittura attraversato due continenti in moto. E Alberto, il secondogenito: Franco si tormentava (ne ha parlato anche in un libro) di non passare con lui abbastanza tempo, troppo preoccupato per Andrea. Ansie di padre. Perché in realtà Alberto è sempre stato molto coccolato dalla famiglia. Coinvolto in tante avventure promosse da papà, come il cammino di Santiago nel 2016, che Franco, Andrea e Alberto hanno affrontato insieme.