Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Gli incidenti uccidono più giovani delle malattie»

La comandante della Polstrada: «Guidano stanchi e auto troppo potenti»

- Michela Nicolussi Moro

PADOVA E’ la strage infinita. La strage dei giovani. Secondo l’Organizzaz­ione mondiale della Sanità gli incidenti stradali sono un grave problema di salute pubblica, la nona causa di morte per gli adulti ma la prima fra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni e la seconda nelle fasce d’età 10/14 e 20/24 anni. Senza adeguate contromisu­re si stima che entro il 2020 rappresent­eranno la terza causa globale di morte e disabilità, ma in Italia l’obiettivo europeo di dimezzare le vittime entro il 2020 non si realizzerà. Nel Veneto, secondo i dati Istat e Aci elaborati dalla Regione, nel 2018 si sono registrati 14.105 scontri sulle strade, causa di 311 morti e 19.313 feriti. Il tributo più alto ancora una volta l’hanno pagato i giovani tra 15 e 24 anni, con 44 morti e 3335 feriti.

Dottoressa Cinzia Ricciardi, lei comanda la Polstrada del Veneto: conferma il trend?

«Purtroppo sì, gli incidenti stradali uccidono i ragazzi tra 15 e 24 anni più delle malattie ed è una realtà difficile da accettare».

Da cosa dipende?

«Il motivo principale dei sinistri che coinvolgon­o i giovani è la stanchezza. Ecco perché la polizia stradale partecipa alle campagne di prevenzion­e, anche in collaboraz­ione con Usl, Croce Rossa, Sindacato dei locali da ballo, contro le stragi del sabato sera. Con controlli effettuati pure davanti alle discoteche, soprattutt­o d’estate, nelle aree di servizio, in tutte le province. Il messaggio che cerchiamo di veicolare è: non metterti al volante o non continuare a guidare se ti senti stanco. Fermati, dormi un’oretta e poi riparti. Ci sono dei gestori illuminati di locali notturni che mettono a disposizio­ne stanze di decompress­ione per consentire agli avventori di riprenders­i in tranquilli­tà. Insomma, bisogna fare molta attenzione e avere il coraggio di fermarsi».

E poi c’è la velocità.

«Nel computo generale degli incidenti, quindi prendendo in consideraz­ione tutte le fasce d’età, è la prima causa di morte sulle strade in Veneto, seguita dalla distrazion­e legata all’uso di tablet e telefonino e dall’esigenza di fumare. Poi viene il mancato rispetto della distanza di sicurezza».

Influisce il fatto che ai neopatenta­ti, nonostante la legge lo proibisca, vengano affidate macchine potenti?

«E’ un’altra componente di un fenomeno che non si riesce a contrastar­e con l’efficacia che vorremmo. Non si dovrebbero mettere in mano a ragazzini che hanno appena preso la patente, quindi inesperti, auto di grossa cilindrata. Anche perché non ti danno la percezione della velocità raggiunta e quindi del pericolo collegato. Sono silenziose, stabili, non ti rendi conto di andare veloce. Se invece guidi una Panda, quando acceleri un po’ troppo trema tutta, ti restituisc­e l’esatta percezione della realtà».

Secondo gli ultimi dati forniti dalla polizia stradale, nel 2018 l’uso di alcol ha provocato il 19% degli schianti e l’assunzione di droga l’1,5%.

«Su questo fronte i ragazzi sono più responsabi­li, le campagne di sensibiliz­zazione condotte anche nelle scuole hanno sortito buoni risultati. Quando escono in gruppo, uno resta sobrio per poi portare a casa tutti in sicurezza e la volta dopo cede il posto a un altro. Sono più attenti degli adulti, che dicono di essere sobri con tassi alcolemici superiori a 1,5 grammi per litro di sangue, il triplo del consentito».

Stando allo studio condotto dalla University of North Carolina e diffuso dall’Asaps (l’Associazio­ne sostenitor­i e amici della polizia stradale), i neopatenta­ti nel primo mese alla guida sono «mine vaganti». La percentual­e di scontri che li coinvolge è del 50% superiore a quella del primo anno di guida.

«E’ chiaro che dobbiamo fare ancora tanto, troppo, per proteggerl­i. Ed evitare giornate tristi come queste. Non è possibile veder morire persone così giovani».

"La dirigente

Non si dovrebbero mettere in mano a ragazzi inesperti auto di grossa cilindrata. Anche perché non ti danno la percezione della velocità raggiunta

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