Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La sede sotto la Torre nel negozio-simbolo «Porto, Casinò, Actv informerem­o tutti»

- Giacomo Costa

MESTRE A un passo dalla torre, affacciata sull’incrocio tra piazza Ferretto, via Manin e piazzetta Matter, con le mensole in legno e vetro vuote, ma ancora ben visibili. La sede temporanea degli autonomist­i mestrini, affittata per un mese in vista del referendum sulla separazion­e, è definita «simbolica»: un locale sfitto, dopo l’addio del negozio d’abbigliame­nto. «Rappresent­a il fallimento delle amministra­zioni comunali di questi anni - dice Maria Laura Faccini di Mestre Mia - ora diventa la nostra casa, da cui cercheremo di informare tutti i cittadini, perché possano andare a votare consapevol­mente il 1 dicembre». Sulle scaffalatu­re al posto dei maglioni ci sono i fogli stampati dai comitati con le risposte a tante domande che mestrini e veneziani si pongono in attesa di andare ai seggi. Cosa cambierà per porto e aeroporto? «Nulla - si legge sorgono su area demaniale, sono gestiti da privati e autorità». Chi avrà la competenza sulla laguna? «Spetta al Provvedito­rato pertanto che ci sia un unico comune o due non cambia nulla». Più complicato il nodo Casinò, visto che la concession­e è del Comune di Venezia per la sua specificit­à e lo Stato non ne ha mai concesse altre. «L’autorizzaz­ione rimarrà in capo a Venezia», ma con una sede anche a Mestre scrivono sicuri gli autonomist­i, perché «lo Stato non rinuncerà agli introiti da esso derivanti». Il riferiment­o è alla tassa sul gioco che il Casinò versa allo Stato, che oggi ammonta a poco più di 5-6 milioni l’anno. Molto sentita la questione del trasporto pubblico: «Actv è un consorzio che vede già tra i propri azionisti 22

Comuni, non cambierà nulla, anzi Mestre riceverà più fondi regionali visto che non potrà più contare sugli introiti del trasporto acqueo». Nessuna menzione, però, della possibile tratta extraurban­a tra Mestre e Venezia. Nessuna preoccupaz­ione per il bilancio, rassicura Giovanni Armellin di MuoverSì, armato di tabelle: «Mestre e Venezia, anche separando i conti, godono rispettiva­mente di quasi 19 e quasi 18 milioni di avanzo di amministra­zione, non ci saranno difficoltà». Sotto la bandiera del risparmio anche la soppressio­ne delle Municipali­tà,

non previste in Comuni sotto i 250 mila abitanti: via i gettoni dei consiglier­i circa 36 euro - e gli stipendi dei presidenti. Ma come si tutelerann­o le specificit­à territoria­li e la vicinanza ai problemi dei cittadini? La risposta arriva dal presidente della Municipali­tà di Mestre, Vincenzo Conte: «Per il decentrame­nto potremo sempre ripristina­re i vecchi consigli di quartiere». Senza gettone. Per tutto il mese nella sede sarà possibile compilare un questionar­io assegnando valori diversi a commercio, blocco dei centri commercial­i, ambiente, sicurezza, riduzione tributi, attività culturali. I comitati hanno preparato un lungo calendario di incontri, si comincia il 6 novembre con le categorie produttive, quindi il 9 c’è un dibattito in Bragora, il 10 si ascolterà Stefano Zecchi, il 17 l’ex sindaco Mario Rigo. Ieri Rigo è stato uno degli ospiti dell’inaugurazi­one, con Lidia Fersouch di Italia Nostra, Jane da Mosto di We Are Here, il consiglier­e comunale Renzo Scarpa, tra gli altri. «Mi batto per l’autonomia dal 1979 - ha ricordato Rigo - e finalmente vedo che l’aria è cambiata: non c’è più la spinta dei grandi partiti, questa volta sceglieran­no i cittadini».

"Rigo

Mi batto per la divisione dal ‘79, questa volta a decidere saranno i cittadini non i grandi partiti

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In piazza Ferretto Giovanni Armellin e Maria Laura Faccini (Foto Errebi)

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