Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Un post al giorno su caos e Municipalità Ma ora la tentazione è invitare a votare (No)
MESTRE Non una ripartenza ma uno stallo che darà una quantità di lavoro alle avvocature civiche nella spartizioni dei beni comuni accumulati in 93 anni di vita amministrativa insieme tra Venezia e Mestre. La campagna degli unionisti di Una e Unica non ha soldi per sedi, convegni, volantini, manifesti e non può contare su sondaggi indipendenti regalati da società di ricerca e si concentra perciò sulla comunicazione social. Ogni giorno un meme per fare il punto. Ieri il tema era il contenzioso infinito che si prospetta. «Separazione uguale stallo – è lo slogan lanciato dal presidente Paolo Cuman - I separatisti continuano a raccontarci la favola dei comuni autonomi di Mestre e di Venezia che andranno d’amore e d’accordo dopo la vittoria della separazione. Lo sapete che dopo ben 21 anni dalla separazione di Cavallino Treporti da Venezia, i due Comuni hanno ancora oggi un contenzioso economico dal quale non riescono ad uscire? Cavallino ha meno di 14 mila abitanti: provate ad immaginare la grandezza dei contenziosi che sorgerebbero con un comune autonomo di Mestre, di circa 170 mila abitanti». Secondo gli unionisti «provocherebbe un vero e proprio stallo tra Mestre e Venezia, una grave instabilità amministrativa per anni che renderebbe molto più difficile la risoluzione dei diversi problemi. Non ce lo possiamo permettere». Il tema che ha più agitato separatisti e unionisti ieri è stato il sondaggio che la milanese Gpf Inspiring Research ha regalato alla direttrice dell’associazione We Are Here Venice, Jane da Mosto, separatista. Dice il 53,2% dei mille intervistati andrà a votare, che gli indecisi costituiscono il 30,6%, seguiti a ruota dai fautori del No (il 29% in media, a Mestre la percentuale sale al 32,5) e dal 23% per i sì (a Venezia la percentuale sale al 25,5%). Ai separatisti è spiaciuto che la maggioranza dei voti di chi ha già deciso sia per il No; agli unionisti è spiaciuto che si raggiunga il quorum. E dunque la campagna dell’estensione potrà cambiare indirizzo: non astensione ma
"Cuman L’astensione è una forma lecita e condivisibile, ma staremo a vedere qual è la più giusta e efficace
voto per il No. «Ho sempre considerato l’astensione una posizione lecita e condivisibile quanto un No dentro l’urna, quindi staremo a vedere quale sarà la forma giusta e più efficace», dice Cuman.
L’altro tema sono le Municipalità. Azzerate nei poteri da Brugnaro, per gli autonomisti vanno cancellate perché tra presidenti e consigli fanno spendere 289mila euro l’anno (solo di gettoni per i consiglieri e stipendi per i presidenti) e vanno, semmai, sostituite da Consigli di Quartiere a costo zero «No. Sono fondamentali perché rappresentano l’amministrazione di vicinanza – obietta la portavoce di Una e Unica Silvia Mimmo I costi non sono importanti quanto i servizi al cittadino. Il costo di questa mancanza di servizi, dello spostamento dei dipendenti, della riorganizzazione degli uffici e della disintegrazione del Comune che graverà solo sulle spalle dei cittadini i separatisti non li quantificano». Tutti i temi saranno discussi il 14 novembre nel primo confronto diretto «live» al Centro Kolbe tra Gramola e Mimmo per gli unionisti e Giovanni Armellin con Debora Esposti per gli autonomisti.