Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il Settembrini a Marrucci «Io, votato dai ragazzi»
L’unico riconoscimento in cui sono gli studenti a decidere il libro vincitore. «Una bella sorpresa, hanno capito il libro»
Dieci racconti, inviati all’editore, diventati in breve tempo romanzo. Una laurea in Estetica a Firenze, dove lavora come caposala in un ristorante. Marco Marrucci ha vinto il Premio Regione Veneto-Settembrini, votato dai giovani delle scuole di Venezia e Mestre per il suo libro d’esordio Ovunque sulla terra gli uomini (Racconti editore). Una votazione in diretta in un evento dedicato a Comisso al teatro Toniolo di Mestre, per la regia di Giancarlo Marinelli, che è anche presidente della giuria tecnica che ha scelto i tre scrittori finalisti del Premio.
Che è effetto fa essere scelto da una giuria di studenti?
«È stata una bella sorpresa. I ragazzi avrebbero potuto incontrare delle difficoltà a entrare nel libro perché non ha un linguaggio piano, lineare. All’inizio temevo che questo potesse essere un ostacolo, invece no».
Com’è nato il libro?
«Sono stato mesi senza scrivere, immaginando delle storie in modo dettagliato e preciso. Poi ho abbozzato un piano dell’opera. Le storie nascono dall’ampliamento o stravolgimento di vicende di cronaca o fatti biografici». Come avvicinare i giovani alla lettura?
«È una domanda che mi mette in difficoltà, perché non ho una soluzione e sono un po’ fatalista. Credo che molto dipenda dal gusto o dalla predisposizione che ci si porta dentro. Le iniziative istituzionali funzionano se incontrano un interesse personale ».
La formula del premio Settembrini e l’idea di fare realizzare ai ragazzi dei booktrailer contribuiscono a suscitare l’interesse dei giovani per i libri?
«L’inserimento del booktrailer a me è piaciuto molto, perché mostra l’impatto della lettura sui ragazzi. Quello che è emerso è che, se non tutti, molti di loro hanno accolto il dovere di leggere i libri trasformandolo in un piacere.
E lo si è visto quando gli studenti sono venuti a chiederci chiarimenti o curiosità. Il che mi ha fatto capire che l’attenzione da parte loro è stata molto vivace».
Cosa del libro ha colpito i ragazzi? «Molte delle domande erano concentrate su un racconto ambientato in Giappone in cui si immagina una scuola molto punitiva. Pensavano che fosse l’accrescimento di un fatto di cronaca, invece è l’esatto contrario. Il rovesciamento di segno li ha spiazzati. L’altra cosa che hanno voluto sapere è se avevo visitato i luoghi che ho descritto. Invece è una geografia inventata che mira al realismo».