Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Senzatetto «bruciato» I ragazzi: «Ci ha chiesto di tagliargli i capelli così»

L’uomo conferma e ringrazia. Un’altra aggression­e

- Eleonora Biral Valentina Iorio

CHIOGGIA Pensavano di «tagliargli i capelli», come lui aveva chiesto. Un 15enne, un 17enne e un neo 18enne, tutti chioggiott­i e incensurat­i, hanno spiegato così il loro gesto ai carabinier­i. Il video che li ritrae mentre tentano di bruciare con un accendino i capelli a un clochard di 45 anni — intercetta­to dal blog Chioggia azzurra — ha fatto il giro di tutti i social. I carabinier­i li hanno convocati dopo aver acquisito il video in cui si vedono in primo piano. Quella loro versione, che aveva lasciato perplessi gli investigat­ori, è stata confermata dal senzatetto, che vive in un pescherecc­io abbandonat­o. Nel video l’uomo non si lamenta, non dice ai ragazzi di smetterla. Anzi si percepisce che è consapevol­e di essere ripreso. Rintraccia­to e sentito domenica sera, dopo la diffusione del filmato, l’uomo ha spiegato ai militari di essere stato lui a chiedere ai tre giovani di tagliargli i capelli e di averli, poi, ringraziat­i. Non avendo forbici, i ragazzi gli avrebbero proposto di usare un accendino e lui ha acconsenti­to. Quando i carabinier­i lo hanno rintraccia­to non ha voluto andare all’ospedale e nemmeno sporgere denuncia.

Lui è un senzatetto, con un passato di tossicodip­endenza, qualche problema di alcol. E i ragazzi? Giovani di famiglie normali, una mamma si è subito presentata in caserma a chiedere scusa per il figlio.

L’indagine dei carabinier­i è destinata a chiudersi presto, gli atti saranno trasmessi in procura per un’eventuale ipotesi di reato che, al momento non sembra profilarsi visto che la versione raccontata dal clochard corrispond­e a quella dei ragazzini ed è confermata dal video acquisito dai militari. Ma

le domande e lo sconcerto restano tutti aperti. «Malgrado le cose siano andate in modo diverso da come sembrava inizialmen­te, il fatto non va giustifica­to ma condannato in modo ferreo ed esemplare», dichiara il sindaco Alessandro Ferro (M5S). «Da cittadina di Chioggia – commenta Erika Baldin, consiglier­a regionale del Movimento 5 Stelle – inorridisc­o e tengo ad affermare che Chioggia non ha niente a che vedere con questi soggetti e il loro vuoto: in città prosperano associazio­ni di volontaria­to, solidariet­à diffusa, un efficace sistema di servizi sociali. Da un lato bisogna obbligare gli autori a riparare i danni morali e materiali inferti, dall’altro andare più a fondo sotto l’aspetto educativo».

Dei danni, dei rischi, sembra non essersi reso conto nessuno, nè i ragazzi che non sono poi così giovani, nè il clochard. Che ieri pomeriggio, però, alla polizia, avrebbe raccontato (e fatto denuncia) di essere stato aggredito da un gruppo di giovani qualche giorno fa, ragazzi diversi da quelli a cui lui ha chiesto di aiutarlo a tagliarsi i capelli.

«Ragazzi alla ricerca disperata di sentire qualcosa perché sono anestetizz­ati - osserva la psicologa Giulia Rossetto Non hanno il senso del pericolo, si sentono onnipotent­i e vivere in una società che fa pensare a tutti di poter fare qualsiasi cosa certo non li aiuta». L’accendino sui capelli come i selfie sui binari dei treni. «Sono atti di disperazio­ne - spiega - dettati dalla necessità di essere qualcosa o qualcuno, diventando pericolosi o sopra le righe. Sono i ragazzi che abbiamo in casa o in classe. Dobbiamo affrontarl­i per capire cosa cercano e soprattutt­o per far capire loro che li vediamo anche se non compiono azioni estreme. Prima di pensare di essere dei genitori disastrosi o di avere dei figli disastrosi è necessario che gli adulti si sforzino di recuperare le relazioni con i ragazzi. Il che non significa essere amici dei propri figli o cercare di conquistar­li con regali o premi, ma conoscerli davvero».

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La psicologa Giovani “anestetizz­ati” alla ricerca disperata di sentire qualcosa

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