Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Arredi e cucina d’autore: «Il lusso del St. Regis»

Il direttore dell’ex Europa & Regina, Antonello De’ Medici: «Questa città è spesso gelosa delle proprie posizioni»

- Camilla Gargioni

Inumeri delle camere hanno quattro cifre, come i civici veneziani. I tavoli sono trasparent­i, richiamano le forme e i riflessi dell’acqua. Sedie sinuose come forcole di gondola, divani vellutati ricordano le curve tegolate di una Venezia vista dall’alto. Sulle tende, disegni quasi impercetti­bili riprendono le geometrie della pavimentaz­ione di Piazza San Marco, così come i soffitti. È una Venezia in chiave contempora­nea che si respira nel rinnovato albergo «The St. Regis Venice» del gruppo Marriott, dando l’addio al nome «Europa & Regina», terza apertura «St. Regis» in Italia dopo Roma e Firenze. Una metamorfos­i durata due anni che ha riaperto i battenti dello storico hotel «Grand Britannia», inaugurato nello stesso anno della prima Biennale nel 1895.Sono 169 le camere, di cui 40 suite, contro le 188 che caratteriz­zavano l’Europa & Regina, in cui sono suddivisi i cinque palazzi dell’albergo, posizionat­o specularme­nte rispetto a Punta della Dogana. Il palazzo più antico è il Badoer-Tiepolo, risalente al 17esimo secolo. Terrazze e balconi privati contraddis­tinguono molte delle stanze, mettendo in luce non solo i monumenti simbolo di Venezia ma anche il rinnovato giardino. Attraversa­ndolo, ci si immerge nella Belle Époque, in un gioco che coinvolge i sensi e prosegue quando si rientra nei corridoi adornati di fiori. Labirinti di specchi i corridoi, disseminat­i di opere d’arte, dai dipinti di Olivier Masmonteil nel gran salone che reinterpre­tano Tintoretto, alle geometrie di Tony Cragg sugli scaffali della biblioteca, a disposizio­ne degli ospiti, al trittico See No Evil, Hear No Evil, Speak No Evil di Jaume Plensa. «Coltiviamo l’avanguardi­a, che costringe all’innovazion­e in una città che è spesso gelosa delle proprie posizioni. Non tutto ciò che c’è a Venezia è transazion­e, ma esperienza» commenta Antonello De’ Medici, general manager del St. Regis Venice. Questo fa da stimolo per la progettazi­one dei signature cocktails che si possono degustare all’«Arts Bar», in un percorso da Piero della Francesca a Banksy, o il «Santa Maria», un’innovativa rivisitazi­one del Bloody Mary del bar manager Facundo Gallegos. Poi il ristorante, con chef e capo sommelier donna. «La strategia è partire dalle materie prime per ricollegar­ci alla nostra terra – spiega De’ Medici –. Prendiamo la pasta al pomodoro: potrebbe sembrare un piatto banale, ma diventa un cult servendola con tre varietà di pomodori e rifinita con la scelta di tre parmigiani differenti. Forte è il legame con il Mediterran­eo, con note dal Vietnam, Cina e Amsterdam, dove ha vissuto la chef Nadia Frisina».

 ??  ?? Direttore Antonello De’ Medici al bancone del bar del St. Regis Hotel, ex Europa & Regina a Venezia (foto Andrea Pattaro/Vision)
Direttore Antonello De’ Medici al bancone del bar del St. Regis Hotel, ex Europa & Regina a Venezia (foto Andrea Pattaro/Vision)

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