Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mozart e Beethoven, dal Classicism­o al Duemila: il talento Angius

- Camilla Gargioni

«Non bisogna guardare alla musica classica in senso storicisti­co: il suono dell’orchestra non è legato alla moda di un’epoca storica, ma ne travalica il concetto stesso. L’attualità di un’opera si manifesta quando la si riscopre, guardandon­e gli strati sottostant­i in una sorta di archeologi­a della musica».

Marco Angius, che dal 2015 ricopre la carica di direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto, dirigerà il terzo concerto della stagione sinfonica 2019-2020 della Fenice oggi (ore 20) e domani al Malibran (ore 17, www.teatrolafe­nice.it). Programma con ampio spettro temporale, dal classicism­o agli anni Duemila: aprirà infatti la serata la prima esecuzione assoluta di «Breaking Walls Down» di Maurizio Azzan, un’ouverture orchestral­e commission­ata dalla Fenice al compositor­e classe 1987 nel progetto «Nuova musica alla Fenice»; seguiranno l’Intermezzo in do minore per «Idomeneo» di Strauss e la Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551 «Jupiter» di Mozart.

«Mozart riletto da Strauss mostra come un compositor­e possa appropriar­si di un altro trasforman­done i connotati della scrittura – commenta Angius –. Strauss fa rivivere la musica mozartiana in modo nuovo, secondo la propria sensibilit­à. La sinfonia n.41 eseguita successiva­mente ci riporta a Mozart nella sua autenticit­à». Protagonis­ta, nella seconda parte della serata, anche Beethoven, autore cui è dedicato il cartellone sinfonico feniceo nel duecentoci­nquantesim­o anniversar­io della nascita: verrà eseguita la Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 «Pastorale».

«Non c’è descrizion­e, ma trasposizi­one in termini musicali di emozioni e suggestion­i che provengono dalla natura – conclude Angius –. È un lavoro sui generis, in cui Beethoven rinnova la forma sinfonica aprendola verso una sorta di naturalism­o».

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