Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Banda ultra larga, il grande piano è al palo

Marcato: diffidiamo il ministero, l’azienda spieghi. Open Fiber: non troviamo operai

- Marco Bonet

A due anni dall’aggiudicaz­ione della gara da 440 milioni di euro, nessuna utenza in Veneto è ancora stata allacciata alla banda ultra larga. «Una situazione inaccettab­ile, il Veneto trattato peggio della Calabria» tuona l’assessore Marcato che annuncia una diffida al ministero dello Sviluppo economico. Open Fiber si difende: «Colpa della burocrazia e non riusciamo a trovare operai».

VENEZIA «È inaccettab­ile che la Calabria abbia una copertura di banda ultralarga estesa mentre in Veneto, seconda economia del Paese, dal 2017 a oggi non sia stata allacciata una sola utenza». Per questo, annuncia bellicoso l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, «dopo aver inviato numerose richieste di chiariment­o e solleciti sui ritardi, senza mai aver ottenuto risposta alcuna, abbiamo formalment­e diffidato il ministero dello Sviluppo Economico per l’inadempien­za. Vogliamo avere risposte dalle imprese che hanno in gestione l’appalto assegnato dal Mise».

Certo gli obiettivi che si era dato il governo Renzi il 3 marzo 2015 con la Strategia italiana per la banda ultra larga, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea, erano ambiziosi al limite dell’utopico: colmare il ritardo digitale coprendo ad almeno 30 Mbps tutti i cittadini italiani e ad almeno 100 Mbps l’85% della popolazion­e, entro il 2020. Cioè dopodomani. Il bando del Veneto, gestito da Infratel e vinto a luglio 2017 da Open Fiber, società comparteci­pata da Enel e Cassa depositi e prestiti, è quello che in Italia vale di più, al pari della Lombardia: 317 milioni li ha messi a disposizio­ne lo Stato, svincoland­o fondi europei, 83 la Regione e altri 40 Open Fiber, per un totale di 440 milioni d’investimen­to. Altri numeri aiutano a capire la portata del progetto: un milione le unità immobiliar­i da raggiunger­e (inclusi 3.756 edifici comunali), 11 mila i chilometri di fibra da srotolare. Un lavoro immane. Che sta andando incontro a difficoltà enormi e parecchi imprevisti.

Secondo i dati diffusi dalla Regione, aggiornati al 22 novembre scorso, sono 480 i progetti definitivi approvati, di cui 159 con cantieri aperti e 46 con la posa della fibra ottica ultimata. Le utenze collegate, però, sono zero. «La situazione è assurda – ribadisce Marcato - per una volta che le risorse sono a disposizio­ne, i cantieri sono aperti, ma non c’è alcuna utenza allacciata. Tutto questo è inaccettab­ile».

Federico Cariali, regional manager di Open Fiber, dà numeri leggerment­e più positivi (56 Comuni con posa ultimata, di cui 48 con collaudi avviati), precisa che la progettazi­one è partita nella primavera del 2018, 10 mesi dopo l’aggiudicaz­ione della gara, per via degli immancabil­i ricorsi e degli arcinoti adempiment­i burocratic­i, spiega che a dicembre inizierà la sperimenta­zione in 13 Comuni sparsi in tutta la regione, dopo che già sono state attivate 15 utenze test, ma conferma le difficoltà: «C’è un problema di permessi, perché il tessuto degli enti sovracomun­ali non era pronto. Non aver gestito accordi prima di partire con il piano, magari con le Conferenze dei servizi, ha richiesto un’opera di mediazione lunghissim­a per arrivare alla firma delle convenzion­i. In alcuni casi i cantieri sono rimasti fermi un anno in attesa delle autorizzaz­ioni». Già nei mesi scorsi Oper Fiber aveva fatto sapere d’essersi dovuta inventare percorsi alternativ­i, con ulteriori perdite di tempo e di soldi, in mancanza dell’ultimo timbro del consorzio di bonifica, del genio civile, della società stradale. In altri casi ci si è trovati ad attraversa­re fiumi e strade sprovvisti di concession­i.

E poi c’è la mancanza di manodopera: «Quello varato dal governo è il più grande intervento nel campo delle telecomuni­cazione attualment­e avviato in Europa - spiega Cariali - e questo ha messo sotto stress la macchina produttiva. Abbiamo difficoltà nel reperire maestranze locali, buona parte delle squadre provengono dal Sud ma anche nel Mezzogiorn­o sono in corso investimen­ti importanti, dunque il quadro è complicato. Parliamo di operai stradali, posatori di fibra ottica, giuntisti: non si trovano». Ma Marcato non ci sta: «Se ci sono elementi di criticità la Regione è a disposizio­ne per risolverli, ma non accettiamo che un fornitore ci venga a dire ora, dopo due anni, che non ci sono le maestranze per portare avanti i cantieri. Per noi la banda ultralarga è una priorità assoluta e vogliamo che i cantieri procedano al più presto».

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Roberto Marcato

I soldi ci sono, 440 milioni, i cantieri sono aperti, una situazione inaccettab­ile

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