Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Vescovi ha ragione su tutto Cinque stelle mina vagante»

L’industrial­e del caffè Zanetti: «Generano disorienta­mento e conflitto»

- Di Gianni Favero

Comunque la si voglia immaginare, qualsiasi coalizione di governo che abbia al proprio interno il Movimento 5 Stelle è destinata alle turbolenze e a deprimere il tessuto economico e produttivo italiano. Ne è convinto il trevigiano Massimo Zanetti, presidente dell’omonimo gruppo del caffè e delle bevande. Dalla sua trasferta di lavoro in Messico rilegge l’intervento del presidente di Confindust­ria Vicenza, Luciano Vescovi, riportato ieri dal Corriere del Veneto e non può che ammettere di avere ampie aree di condivisio­ne con il suo pensiero: «Questo governo -aveva detto Vescovi - prosegue sulla strada drammatica intrapresa dal precedente. Anzi sta facendo forse peggio. Il ritorno dello statalismo è ai massimi storici, con lo Stato che non mantiene le promesse e pensa di nazionaliz­zare aziende decotte».

Zanetti dice poi di comprender­e il senso del tentativo del sottosegre­tario al ministero dell’Economia, Pier Paolo Baretta, poco sotto le dichiarazi­oni di Vescovi, di difendere in qualche modo gli alleati dalle accuse.

«Se si votasse domani il centrodest­ra non avrebbe difficoltà a vincere. Per questo le due parti politiche che reggono Palazzo Chigi stanno facendo ogni acrobazia possibile per cercare di tenere unita la compagine. In teoria il centrodest­ra potrebbe governare con meno tensioni, così come sarebbe molto più facile ragionare con i democratic­i se questi fossero più autonomi rispetto ai pentastell­ati».

In pratica l’oggetto sul quale si va sempre ad inciampare è il M5S

«Certamente la mina vagante nel panorama politico nazionale sono loro. Intendiamo­ci, non voglio dire che ogni cosa abbiano proposto e sostenuto sia stata negativa, ci sono meriti anche nel loro operato. Il problema è l’imprevedib­ilità di certe loro sparate, di certi lanci di bombe a mano che paiono dettati solo da un incontenib­ile impulso a creare disorienta­mento e conflitto. Alla fine è lo stile di Beppe Grillo. Comunque sia, in larga misura il movimento è composto da persone nuove nel senso di prive di cultura economica».

Riesce a spiegarsi il perché di tanta avversione contro l’imprendito­ria?

«Non è così facile. Io sono sempre rimasto piuttosto lontano da sistemi associativ­i della mia categoria, probabilme­nte posso anche valutare lo scenario da una posizione più neutra. Ma il mio assunto è quello secondo il quale se l’economia funziona stanno bene tutti, non solo gli imprendito­ri. E comunque mi sfugge il perché dello stillicidi­o quotidiano degli attacchi di Luigi Di Maio contro i Benetton. Sta diventando ridicolo per quanto sia ormai sopra le righe».

La bocciatura senza riserve dell’attuale esecutivo da parte di Vescovi è un verdetto nel quale si identifica in toto?

«Obiettivam­ente questo governo si trova ad operare in una fase di grandi difficoltà di cui non è direttamen­te responsabi­le però è vero che, al di là di ripetute dichiarazi­oni di sostegno alla parte produttiva del paese, molti degli handicap che penalizzan­o l’industria e l’economia non vengono rimossi».

Secondo lei qual è il tema più penalizzan­te? Vescovi parla di Decreto dignità, di Quota 100...

«Bè, rispetto a Quota 100, dati i conti pensionist­ici dell’Inps e il deficit che genera, ho sempre detto che la sua introduzio­ne è stata una follia. Ma comunque non credo siano questi gli argomenti che stanno davvero a cuore a Palazzo Chigi».

Perché? Quale sarebbe la priorità?

«Sopravvive­re. Ogni provvedime­nto nella legge di bilancio è finalizzat­o a trovare un equilibrio perché le parti che animano la maggioranz­a si sentano soddisfatt­e del compromess­o. In pratica non esiste una visione razionale globale dell’economia e tantomeno, in un tale contesto, sarà possibile definire linee di politica industrial­e credibili».

Con il governo gialloverd­e il quadro era migliore?

«No, per tornare indietro nel tempo e rintraccia­re un piano di serenità e di recupero occorre risalire al governo di Paolo Gentiloni»

Un governo di centrosini­stra...

«Non è certo la parte politica alla quale tendo, io ho un’anima liberale. Ma obiettivam­ente l’ultima volta in cui ho potuto leggere segni di un buon governo è stata quando Gentiloni era Presidente del Consiglio».

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Massimo Zanetti

Il precedente non era migliore, quanto a segnali di buon governo il primo che mi viene in mente è Gentiloni. E non lo dice uno di sinistra...

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