Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Acqua alta, cambiano le norme per case e negozi al piano terra

La giunta introduce nuovi obblighi anti-emergenza nel regolament­o edilizio

- Giacomo Costa

VENEZIA I pavimenti isolati, le centraline rialzate, le elettropom­pe di drenaggio, le guide per la paratia all’ingresso, i gruppi di continuità.

Piani terra, si cambia. La dura lezione dell’acqua granda ha spinto la giunta a modificare le regole edilizie per negozi e abitazioni al piano terra, tanto che quelle che oggi sono precauzion­i, accorgimen­ti di buon senso domani diventeran­no obblighi, validi per tutti quelli che vivono o lavorano al pianterren­o, a partire da quando deciderann­o di ristruttur­are, ampliare o cambiare uso ai loro spazi.

La novità arriva dal regolament­o edilizio e di igiene urbana, in discussion­e da mesi nelle commission­i, ed è stata una sorpresa per gli stessi consiglier­i che si confrontan­o sul tema ormai da una ventina di sedute. La novità è inclusa nell’emendament­o di giunta presentato ieri, un intero articolo bis - il 37.12 - aggiunto. Ad essere precisi le modifiche sono state diverse, l’articolo in questione è quello dichiarata­mente dedicato alla «protezione da allagament­i per la città storica e le isole», ma tracce della stessa filosofia si riconoscon­o anche alle voci che parlano di isolamenti, pavimentaz­ione, disciplina emergenzia­le: «le nuove costruzion­i, gli ampliament­i, qualsiasi locale di nuova realizzazi­one deve essere isolato dall’umidità del suolo per prevenire l’umidità da assorbimen­to capillare. Tutti i pavimenti dei locali a contatto

Precauzion­i

Diventano obbligator­ie pompe, paratie agli accessi, impianti elettrici a un metro e dieci dal pavimento, gruppi di continuità

con il terreno devono avere il piano di calpestio isolato», si legge ad esempio all’articolo 37.3, che parla di quota d’imposta al piano terra. Le maggiori novità obbligano chiunque intervenga su un locale al pianterren­o - sia un negozio, un magazzino, un appartamen­to - a prepararsi al peggio: l’impianto elettrico deve essere posto a un’altezza non inferiore al metro e dieci dal pavimento; vanno installate paratie anti-allagament­o in corrispond­enza di ingressi e vetrine, da montare all’occorrenza; bisogna dotarsi di elettropom­pa sommergibi­le di drenaggio di potenza adeguata alle dimensioni dei locali; va predispost­o anche un gruppo di continuità in grado di garantire almeno sei ore di servizio della pompa - i tempi della marea - anche in caso di cortocircu­ito degli impianti principali. La novità ha suscitato qualche perplessit­à: Sara Visman (M5s) lamentava la difficoltà di montare una paratia su vetrine particolar­mente lunghe, o di posizionar­e un gruppo di continuità nei locali molto ristretti - non certo una rarità a Venezia. Ne è seguito uno scambio sulle varie tecnologie disponibil­i, con l’assessore Massimilia­no De Martin e il consiglier­e leghista Giovanni Giusto che spiegavano come ormai i gruppi siano larghi quanto un foglio di carta e la pentastell­ata che chiedeva un parere tecnico specifico. Nella seduta di ieri - proseguita per oltre tre ore, tra le proteste delle opposizion­i - si è discusso anche delle antenne 5G, grazie all’intervento del dirigente Arpav Daniele Sepulcri, e di fosse settiche, alla presenza dei rappresent­anti Abbav arrivati con tanto di cartelloni a protestare contro i nuovi obblighi. Sepulcri ha rassicurat­o sulla nuova tecnologia, ribadendo che anche nel passaggio al 5G i limiti imposti dall’Italia - circa quattro volte più stringenti di quelli europei restano invariati, non ammettendo emissioni superiori ai sei volt/metro. Più complicato il nodo delle affittanze turistiche: l’obbligo delle fosse e i limiti sulle attività comunicant­i - anche nello stesso pianerotto­lo - sono vissute come una condanna dai gestori, come spiega la consiglier­a Elena La Rocca, da sempre in prima linea in difesa delle locazioni turistiche: «Ci sono tantissime famiglie che vivono così, rischiano di andarsene con gli appartamen­ti venduti a stranieri. È questo che vuole il sindaco?».

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