Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Acqua alta, cambiano le norme per case e negozi al piano terra
La giunta introduce nuovi obblighi anti-emergenza nel regolamento edilizio
VENEZIA I pavimenti isolati, le centraline rialzate, le elettropompe di drenaggio, le guide per la paratia all’ingresso, i gruppi di continuità.
Piani terra, si cambia. La dura lezione dell’acqua granda ha spinto la giunta a modificare le regole edilizie per negozi e abitazioni al piano terra, tanto che quelle che oggi sono precauzioni, accorgimenti di buon senso domani diventeranno obblighi, validi per tutti quelli che vivono o lavorano al pianterreno, a partire da quando decideranno di ristrutturare, ampliare o cambiare uso ai loro spazi.
La novità arriva dal regolamento edilizio e di igiene urbana, in discussione da mesi nelle commissioni, ed è stata una sorpresa per gli stessi consiglieri che si confrontano sul tema ormai da una ventina di sedute. La novità è inclusa nell’emendamento di giunta presentato ieri, un intero articolo bis - il 37.12 - aggiunto. Ad essere precisi le modifiche sono state diverse, l’articolo in questione è quello dichiaratamente dedicato alla «protezione da allagamenti per la città storica e le isole», ma tracce della stessa filosofia si riconoscono anche alle voci che parlano di isolamenti, pavimentazione, disciplina emergenziale: «le nuove costruzioni, gli ampliamenti, qualsiasi locale di nuova realizzazione deve essere isolato dall’umidità del suolo per prevenire l’umidità da assorbimento capillare. Tutti i pavimenti dei locali a contatto
Precauzioni
Diventano obbligatorie pompe, paratie agli accessi, impianti elettrici a un metro e dieci dal pavimento, gruppi di continuità
con il terreno devono avere il piano di calpestio isolato», si legge ad esempio all’articolo 37.3, che parla di quota d’imposta al piano terra. Le maggiori novità obbligano chiunque intervenga su un locale al pianterreno - sia un negozio, un magazzino, un appartamento - a prepararsi al peggio: l’impianto elettrico deve essere posto a un’altezza non inferiore al metro e dieci dal pavimento; vanno installate paratie anti-allagamento in corrispondenza di ingressi e vetrine, da montare all’occorrenza; bisogna dotarsi di elettropompa sommergibile di drenaggio di potenza adeguata alle dimensioni dei locali; va predisposto anche un gruppo di continuità in grado di garantire almeno sei ore di servizio della pompa - i tempi della marea - anche in caso di cortocircuito degli impianti principali. La novità ha suscitato qualche perplessità: Sara Visman (M5s) lamentava la difficoltà di montare una paratia su vetrine particolarmente lunghe, o di posizionare un gruppo di continuità nei locali molto ristretti - non certo una rarità a Venezia. Ne è seguito uno scambio sulle varie tecnologie disponibili, con l’assessore Massimiliano De Martin e il consigliere leghista Giovanni Giusto che spiegavano come ormai i gruppi siano larghi quanto un foglio di carta e la pentastellata che chiedeva un parere tecnico specifico. Nella seduta di ieri - proseguita per oltre tre ore, tra le proteste delle opposizioni - si è discusso anche delle antenne 5G, grazie all’intervento del dirigente Arpav Daniele Sepulcri, e di fosse settiche, alla presenza dei rappresentanti Abbav arrivati con tanto di cartelloni a protestare contro i nuovi obblighi. Sepulcri ha rassicurato sulla nuova tecnologia, ribadendo che anche nel passaggio al 5G i limiti imposti dall’Italia - circa quattro volte più stringenti di quelli europei restano invariati, non ammettendo emissioni superiori ai sei volt/metro. Più complicato il nodo delle affittanze turistiche: l’obbligo delle fosse e i limiti sulle attività comunicanti - anche nello stesso pianerottolo - sono vissute come una condanna dai gestori, come spiega la consigliera Elena La Rocca, da sempre in prima linea in difesa delle locazioni turistiche: «Ci sono tantissime famiglie che vivono così, rischiano di andarsene con gli appartamenti venduti a stranieri. È questo che vuole il sindaco?».