Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Famiglie «sfrattate» un tweet al Papa per il caso Muneghette

Stabile fatiscente, la Curia manda gli inquilini in hotel

- Elisa Lorenzini

VENEZIA Dal cuore di Castello al cellulare di Papa Francesco: il Gruppo 25 Aprile ha voluto inviare un tweet direttamen­te al Santo Padre per raccontare la vicenda delle Muneghette, la struttura dell’Ire data in comodato gratuito alla diocesi di Venezia in favore della Caritas, dove fino a ieri mattina vivevano 17 persone secondo il Gruppo 25 Aprile – 8 abusivi secondo il patriarcat­o - rimaste senza riscaldame­nto e acqua calda da quando lo scorso 12 aprile l’acqua alta ha mandato in tilt la caldaia. Ci sono tra gli altri 4 bambini, 2 invalidi, un ottantenne, una donna incinta. Nonostante le richieste, Caritas ha deciso di non aggiustare la caldaia. Il motivo? L’immobile ha bisogno di una ristruttur­azione urgente. «Deve essere liberato perché non è a norma e per urgenti lavori di straordina­ria manutenzio­ne e messa in sicurezza, in modo da non mettere in pericolo la vita delle persone che sin ad oggi lo hanno abitato», spiega il Patriarcat­o.

Del resto ci sono infiltrazi­oni di acqua, muffe sui muri, piastrelle dei bagni che si staccano, aree comuni dove si formano pozzangher­e ogni volta che piove. Il progetto di ristruttur­azione delle Muneghette risale a diversi mesi fa, già lo scorso giugno la diocesi aveva annunciato un intervento con la previsione di realizzarv­i la nuova mensa della Caritas, sistemazio­ni di emergenza per donne in difficoltà, dieci alloggi temporanei per l’emergenza abitativa e una foresteria per i gruppi parrocchia­li. Gli inquilini sostengono di non aver mai ricevuto comunicazi­oni scritte di lasciare gli alloggi. Martedì si sono trovati appesi alle porte l’avviso di sfratto, la richiesta di lasciare l’immobile entro un giorno, cioè mercoledì e di farsi trovare a Piazzale Roma per essere accompagna­ti in un hotel di Marghera individuat­o come struttura temporanea. «Questo pensiero lo dedichiamo alla Caritas veneziana e ad alcuni suoi incaricati che trattano le persone più fragili e indifese come pacchi postali», ha twittato il G25A a Papa Francesco. In un secondo tweet ha rilanciato un articolo di stampa che raccontava la vicenda.

A quanto pare non tutti hanno accettato di lasciare la casa: sono rimasti in 4 secondo il patriarcat­o, in almeno una decina secondo il G25A. «Gli operatori della Caritas veneziana hanno provveduto ad accompagna­re alcune persone nelle nuove sistemazio­ni messe a disposizio­ne gratuitame­nte – spiega il Patriarcat­o - Si tratta di soluzioni temporanee per consentire alla Caritas e ai servizi sociali del Comune di Venezia di individuar­e e promuovere un progetto di accompagna­mento che preveda altre azioni stabili o definitive. Per le situazioni più delicate è stata proposta da subito una soluzione provvisori­a in centro storico e dai prossimi giorni una stabile soluzione abitativa in terraferma». «Non sono abusivi come ha dichiarato il patriarcat­o, non hanno mai ricevuto avvisi scritti di lasciare gli alloggi prima dell’avviso di martedì, ieri invece sono stati addirittur­a minacciati – dice Marco Gasparinet­ti dell’associazio­ne – In 24 ore devono lasciare casa, ci sono bambini che vanno in asilo in centro storico e a cui è stato detto di trasferirs­i a Marghera».

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