Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, mancano 461 milioni per terminare l’opera

Balletto di cifre sulle dighe. Ritardi, la Regione querela chi l’accusa

- di Alberto Zorzi

VENEZIA Per finire i lavori del Mose, inteso come le sole opere alle bocche di porto, mancano sulla carta 303 milioni di euro: quasi la metà, cioè 140 milioni, sono i famosi impianti che dovranno sollevare tutte e 78 le paratoie per difendere Venezia dall’acqua alta. Ma la cifra sale a 461 milioni se si includono i lavori già finanziati e in corso su studi e indagini, interventi ambientali, cantieri per la manutenzio­ne all’Arsenale, sistema informativ­o e modelli di gestione e altre voci. Ecco l’8 per cento mancante, seppur sempre all’interno dei famigerati 5 miliardi e 493 milioni di euro, «prezzo chiuso» stabilito dal Cipe nel 2011. Nelle ultime settimane, dopo l’acqua alta da 187 centimetri che ha messo in ginocchio Venezia, è stato ribadito in più sedi che i lavori sono al 92 per cento, come certifica lo stato di avanzament­o ufficiale aggiornato al 30 giugno scorso, quindi per difetto. Ma continuano le polemiche su quel numero, riferito ai lavori finanziati (che però si discostano di poco da quelli realizzati), rilanciate l’altra sera anche dalla trasmissio­ne «Le Iene». Il problema è che si tratta di un’opera complessa, non di un muro da 100 mattoni dove ne siano stati appicciati 92.

Non è però finita qui, anche se il ministro delle Infrastrut­ture Paola De Micheli ha annunciato, dopo il Comitatone, che oltre quella cifra non sarà dato un euro. Altri 413 milioni sono stati chiesti dai commissari del Consorzio Venezia Nuova – e anche dall’ex provvedito­re alle opere pubbliche Roberto Linetti già un anno fa – per ulteriori opere del «sistema»: 119 per il Mose vero e proprio (di cui 70 per risolvere le criticità), ma anche 130 per finire il «Piano Europa» (le compensazi­oni ambientali chieste dalla Ue), 97 per creare la linea di manutenzio­ne nell’area ex Pagnan delle sole paratoie, la cui sverniciat­ura è stata ritenuta troppo «sporca» per l’Arsenale, ma anche 30 per l’impermeabi­lizzazione di piazza San Marco. «Opere che non sono essenziali per far funzionare le paratoie sottolinea il provvedito­re reggente Cinzia Zincone - Mentre i soldi del prezzo chiuso sono confermati al 100 per cento».

Il Mose costerà quindi di più? Il prezzo salirà a 5,9 miliardi? Nì, si potrebbe dire. «Quello è il costo dell’opera fissato dal Cipe nel 2011, ma nel frattempo erano anche stati accantonat­i gli interessi, perché altrimenti quella previsione non sarebbe stata veritiera dopo quasi dieci anni», spiega il commissari­o del Cvn Giuseppe Fiengo. E’ stato lui, con i tecnici del Consorzio e del Provvedito­rato, a trovare nelle pieghe del bilancio che di interessi ne erano stati accantonat­i di più e quel residuo di 413 milioni, già stanziati anni fa, farebbero comodo per finire tutto. Ma serve fare presto e «accaparrar­seli», prima che vengano dirottati a qualche altra opera pubblica. «Con la gestione commissari­ale abbiamo tagliato molto», aggiunge Fiengo.

La polemica però continua. «Quasi pronto o solo quasi pagato? La tragica storia del Mose sembra non finire mai e non sappiamo quanto costerà ancora, né davvero quando sarà pronto, al di là degli annunci e delle previsioni», dice il capogruppo M5s in consiglio regionale Jacopo Berti. Intanto la Regione, che dopo la marea del 12 novembre era finita nel mirino delle accuse proprio per i ritardi del Mose, ha incaricato un legale di valutare eventuali querele o danni d’immagine.

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Le paratoie del Mose alzate alla bocca di porto di Malamocco a una delle estremità del Lido di Venezia
Bocca di porto Le paratoie del Mose alzate alla bocca di porto di Malamocco a una delle estremità del Lido di Venezia

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