Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Casoni trasformati in ristoranti o b&b ma senza pagare canoni, Ici e Imu
CAORLE (VENEZIA) Nati come riparo per le famiglie dei pescatori, trasformati in bed and breakfast esclusivi, esperienziali, «autentici».
I tradizionali «casoni» della laguna veneziana da anni vivono una seconda giovinezza, attirando i turisti in cerca di folklore e proposte alternative. Sotto le canne intrecciate, però, non tutto risulta in regola, come sta scoprendo da tempo la Guardia di Finanza, che dal 2015 ha avviato una serie di controlli capillari tra le barene e le secche della laguna nord.
Obiettivo dei militari è smascherare i «furbetti» dell’accoglienza, ma anche gli abusi edilizi, le mancate dichiarazioni, le occupazioni senza titolo.
Ieri, dopo settimane di verifiche, nella rete delle fiamme gialle sono finiti altri cinque irregolari: scoperti tra Caorle e Jesolo, in totale si erano resi responsabili di evasione delle imposte comunali sugli immobili per 136 mila e 540 euro, a cui si aggiungono altri 24 mila euro di canoni demaniali non versati.
Come detto, non si tratta certo dei primi, visto che negli ultimi quattro anni la Guardia di Finanza ha segnalato alla procura di Pordenone ben settanta persone che occupavano aree demaniali senza alcun titolo, oltre a 330.223 euro di Ici e Imu evase e 861.120 euro canoni di concessione mai versati. I casoni storici - di autentici ormai ne rimangono appena una manciata, ma quelli «copiati» o restaurati con tecniche moderne sono sempre di più - vengono ampliati per diventare posti letto, ristoranti, luoghi ricreativi; alla vecchia costruzione si aggiunge una seconda ala, magari una tettoia all’esterno, un barbecue, spesso persino interi moli e darsene per le barche delle comitive turistiche. Ma, nascosti tra le canne della laguna, spesso si crede che tutto questo possa restare non visto, salvo trovarsi alla porta una squadra di accertatori delle fiamme gialle. (gi.co.)