Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Skianto» a teatro la fiaba pop e amara di Filippo Timi
Èuna favola pop, stramba e amara, senza lieto fine, quella che Filippo Timi racconta in «Skianto», un monologo intenso, detto in un dialetto umbro che ne amplifica la forza. Con un racconto a metà tra autobiografia (il riferimento è alla cugina, cerebrolesa) e sogno, l’attore porta sul palcoscenico il ritratto struggente di un bambino diverso e dei suoi desideri irrealizzabili. Al suo fianco in scena, Salvatore Langella, coautore delle canzoni, alla chitarra. In programmazione oggi e domani (ore 19.30) al Toniolo di Mestre; venerdì 13 (ore 21) al Teatro Astra di Schio (Vicenza); sabato 14 (ore 20.45) al Camploy di Verona. Grottesco e al tempo stesso commovente con i capelli a caschetto, i pigiamini di pile e le t-shirt con Topolino, l’attore interpreta un bambino disabile, segnato da ferite precoci e inguaribili. Un ragazzo nato con la «scatola cranica sigillata», chiuso nel suo piccolo claustrofobico mondo. «Un ragazzo dalla bocca murata», spiega Timi. Io spalanco quella bocca in un urlo di Munch. Gli esseri umani sono disabili alla vita. E siamo tutti un po’ storti se ci confrontiamo con la grandezza della Natura. Esiste una disabilità non conclamata che è l’isolamento, l’incapacità di fare uscire le voci». Dai video dei gattini alla cover di Britney Spears, dai riferimenti a Pertini alle musiche di Antony and The Johnsons l’attore si muove su registri diversi tra commozione e malinconica consapevolezza.