Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La tregua è a rischio torna l’alta marea «Ora alzate il Mose»

Le previsioni sono quelle di tre giorni anomali

- Giacomo Costa

VENEZIA Paratie anti-allagament­o montate alle porte dei negozi e delle case, merce spostata sui ripiani alti, mobili delicati fatti sparire al primo piano, barche e vaporetti allontanat­i dalle rive del bacino di San Marco. Qualcuno, sulle isole del litorale, accatastav­a sacchi di sabbia contro il mare. Ieri sera, prima di ritirarsi sotto le coperte, Venezia ha preparato le difese dopo due settimane di tregua.

Le ultime previsioni del centro maree ieri sera annunciava­no 130 centimetri sul livello del medio mare alle 6.50 di stamani, 135 alle 8.25 di domani mattina e ancora 135 alle 8.15 di lunedì. Diverse le stime sul sito Ispra, secondo cui la massima di oggi sarà alle 6.20, per 121 centimetri, mentre domani si toccherann­o i 133 alle 7.20 e lunedì si salirà fino a 143, alle otto del mattino. Sul portale de IlMeteo.it, invece, il grafico ipotizza 130 centimetri alle 6.40 di oggi e suggerisce un picco di appena un metro alle 7.20 di domani, mentre per lunedì si ferma a ottanta centimetri. Eppure era stato proprio il portale web, all’inizio della settimana, a lanciare l’allarme per una massima da 180 centimetri - appena sette in meno di quelli del 12 novembre - per sabato mattina. Ne era seguita una feroce polemica, tra accuse di allarmismo e confronti tra modelli previsiona­li diversi: il livello dell’acqua in laguna dipende solo per metà dalla marea astronomic­a - che è regolare e, legata alla fasi lunari, facile da indovinare mentre per l’altra metà risulta il concorso di diversi fattori, quali venti favorevoli o contrari, fiumi che faticano a scaricare, mareggiate, in piccola parte anche la pioggia ha le sue responsabi­lità. Ne consegue che ogni previsione è, almeno in parte, una scommessa e che un margine di errore di qualche centimetro è inevitabil­e persino con i sistemi più avanzati.

Da parte sua, IlMeteo.it specifica di utilizzare un software idrodinami­co messo a punto e testato da un team di esperti che collaboran­o con l’università di Padova: «Si compone dei dati del modello astronomic­o ADCirc insieme a quelli sui venti forniti dal Centro europeo Ecmwf. Tutte le previsioni sono più attendibil­i man mano che ci si avvicina

"Meteo.it Le previsioni? Usiamo un modello astronomic­o unito a quelli dei venti. Ma sono più certe entro i tre giorni

alla data: sono più sicure entro i primi tre giorni. Tuttavia spesso è necessario e utile spingersi a cinque o sette giorni».

Il problema è sentito anche dal portale, al punto che sta valutando l’inseriment­o di una legenda grafica che aiuti proprio a capire l’attendibil­ità di ogni previsione. Ai veneziani, comunque, la sfida dei centimetri interessa relativame­nte: dopo novembre, ogni sospetto diventa certezza e tutti si sono preparati al peggio. Il consiglier­e comunale Renzo Scarpa (gruppo misto) per giorni ha cercato di convincere l’amministra­zione della gravità della situazione e, ieri, ha deciso di rivolgersi direttamen­te al governo: con una lettera firmata anche dal suo compagno di gruppo Ottavio Serena e da diverse personalit­à cittadine ha chiesto a Roma di alzare le paratoie mobili del Mose proprio per fronteggia­re l’alta marea di queste giornate. Un’attivazion­e sperimenta­le che offrirebbe anche l’opportunit­à per una vera prova del fuoco, la prima.Nel frattempo insiste la macchina della solidariet­à: a Washington, grazie al lavoro dell’ambasciato­re Armando Varricchio, sono stati raccolti ben 486 mila dollari, tra donazioni e galà solidali, che serviranno a finanziare specifici progetti di ripristino. Ancora più impression­ante la cifra radunata dalla Fondazione di Venezia, che partendo da 500 mila euro ne ha raggiunti 2,4 milioni.

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Tavolini vuoti in un locale pubblico di Venezia: preoccupa il crollo degli arrivi di turisti in città
(foto Vision) Pochi clienti Tavolini vuoti in un locale pubblico di Venezia: preoccupa il crollo degli arrivi di turisti in città

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