Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La tregua è a rischio torna l’alta marea «Ora alzate il Mose»
Le previsioni sono quelle di tre giorni anomali
VENEZIA Paratie anti-allagamento montate alle porte dei negozi e delle case, merce spostata sui ripiani alti, mobili delicati fatti sparire al primo piano, barche e vaporetti allontanati dalle rive del bacino di San Marco. Qualcuno, sulle isole del litorale, accatastava sacchi di sabbia contro il mare. Ieri sera, prima di ritirarsi sotto le coperte, Venezia ha preparato le difese dopo due settimane di tregua.
Le ultime previsioni del centro maree ieri sera annunciavano 130 centimetri sul livello del medio mare alle 6.50 di stamani, 135 alle 8.25 di domani mattina e ancora 135 alle 8.15 di lunedì. Diverse le stime sul sito Ispra, secondo cui la massima di oggi sarà alle 6.20, per 121 centimetri, mentre domani si toccheranno i 133 alle 7.20 e lunedì si salirà fino a 143, alle otto del mattino. Sul portale de IlMeteo.it, invece, il grafico ipotizza 130 centimetri alle 6.40 di oggi e suggerisce un picco di appena un metro alle 7.20 di domani, mentre per lunedì si ferma a ottanta centimetri. Eppure era stato proprio il portale web, all’inizio della settimana, a lanciare l’allarme per una massima da 180 centimetri - appena sette in meno di quelli del 12 novembre - per sabato mattina. Ne era seguita una feroce polemica, tra accuse di allarmismo e confronti tra modelli previsionali diversi: il livello dell’acqua in laguna dipende solo per metà dalla marea astronomica - che è regolare e, legata alla fasi lunari, facile da indovinare mentre per l’altra metà risulta il concorso di diversi fattori, quali venti favorevoli o contrari, fiumi che faticano a scaricare, mareggiate, in piccola parte anche la pioggia ha le sue responsabilità. Ne consegue che ogni previsione è, almeno in parte, una scommessa e che un margine di errore di qualche centimetro è inevitabile persino con i sistemi più avanzati.
Da parte sua, IlMeteo.it specifica di utilizzare un software idrodinamico messo a punto e testato da un team di esperti che collaborano con l’università di Padova: «Si compone dei dati del modello astronomico ADCirc insieme a quelli sui venti forniti dal Centro europeo Ecmwf. Tutte le previsioni sono più attendibili man mano che ci si avvicina
"Meteo.it Le previsioni? Usiamo un modello astronomico unito a quelli dei venti. Ma sono più certe entro i tre giorni
alla data: sono più sicure entro i primi tre giorni. Tuttavia spesso è necessario e utile spingersi a cinque o sette giorni».
Il problema è sentito anche dal portale, al punto che sta valutando l’inserimento di una legenda grafica che aiuti proprio a capire l’attendibilità di ogni previsione. Ai veneziani, comunque, la sfida dei centimetri interessa relativamente: dopo novembre, ogni sospetto diventa certezza e tutti si sono preparati al peggio. Il consigliere comunale Renzo Scarpa (gruppo misto) per giorni ha cercato di convincere l’amministrazione della gravità della situazione e, ieri, ha deciso di rivolgersi direttamente al governo: con una lettera firmata anche dal suo compagno di gruppo Ottavio Serena e da diverse personalità cittadine ha chiesto a Roma di alzare le paratoie mobili del Mose proprio per fronteggiare l’alta marea di queste giornate. Un’attivazione sperimentale che offrirebbe anche l’opportunità per una vera prova del fuoco, la prima.Nel frattempo insiste la macchina della solidarietà: a Washington, grazie al lavoro dell’ambasciatore Armando Varricchio, sono stati raccolti ben 486 mila dollari, tra donazioni e galà solidali, che serviranno a finanziare specifici progetti di ripristino. Ancora più impressionante la cifra radunata dalla Fondazione di Venezia, che partendo da 500 mila euro ne ha raggiunti 2,4 milioni.