Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’ex preside, il pilota, il medico e il diacono Ecco gli eroi veneti del nostro tempo

Le onorificen­ze concesse da Mattarella

- Davide Orsato

VENEZIA Il diacono operaio, il preside che dopo una tragica perdita si è battuto per diffondere la «cultura del dono», il primo pilota disabile a ottenere ogni brevetto di volo che, con una straordina­ria forza di volontà, ha salvato il proprio passeggero; e il medico precario che, in vacanza, ha strappato alla morte una persona. Diverse strade che passano per il Veneto, nelle storie dei 32 «eroi civili», premiati ieri dal presidente della Repubblica per testimonia­re «comportame­nti esemplari», azioni individual­i, capaci di rendere migliore tutta la società.

C’è Carlo Santucci, 34 anni, insignito dell’onorificen­za di Cavaliere della Repubblica: ad agosto è stato «l’uomo giusto al momento giusto» sul trenino delle bici che porta a Dobbiaco. Per quaranta minuti a tenuto in vita una donna toscana, colpita da un malore, in attesa che fosse trasportat­a con l’elicottero al più vicino ospedale. Questione

Il medico Carlo Santucci lavorerà in Veneto

Il diacono veneziano Giuseppe «Bepi» Pistolato

Giuseppe Distefano, è stato preside nel Vicentino

Paolo Pocobelli insegna ai disabili a volare di mesi e lui, di origini romane, sarà un medico nelle Usl del Veneto. Un’offerta che gli è arrivata proprio dopo l’atto di eroismo. Santucci, infatti, nonostante abbia alle spalle anni di lavoro, è ancora precario. «Sono entusiasta di iniziare – conferma al telefono - dovrei trasferirm­i a fine inverno. E sono felicissim­o di poter lavorare per una sanità, quella veneta, che rappresent­a un punto di eccellenza». Riguardo al suo gesto, minimizza: «Non sono un eroe ma faccio sport e questo mi ha aiutato a reggere la fatica fisica per un tempo così lungo. E poi c’era la figlia di sei anni, che piangeva...».

Tra i premiati da Mattarella c’è anche Giuseppe Pistolato, neo-commendato­re: con i suoi 93 anni è il diacono più anziano del patriarcat­o di Venezia. La vocazione religiosa è arrivata, per lui, dopo quella familiare: ha tre figli, cinque nipoti e tre pronipoti. Conosciuto come «Bepi», ha lavorato 40 anni al cantiere navale Breda di Porto Marghera. Poi, fino al 2018 ha fatto da guida spirituale al carcere di Santa Maria Maggiore. «È stato un modo di vincere la mia timidezza» ha raccontato.

Nominato commendato­re anche Giuseppe Distefano. Originario di Catania, è stato per molto tempo preside al liceo di Valdagno e in altri istituti del Vicentino. Dopo la perdita del figlio quindicenn­e, avvenuta trent’anni fa, non ha mai smesso di sensibiliz­zare sul tema della donazione degli organi.

Infine, se a Verona ha recentemen­te aperto la prima scuola di volo per disabili, il merito è del neo-ufficiale Paolo Pocobelli, uno dei pochissimi piloti «in carrozzina» (ha perso l’uso delle gambe in un incidente con il parapendio). A maggio, dopo un atterraggi­o di fortuna sull’Adige, ha tratto in salvo, portandolo a riva, il suo passeggero.

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