Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Condominio da incubo, una lite lunga venticinque anni
Inchiesta sulle case Ater senza abitabilità: gli inquilini si oppongono alla richiesta di archiviazione del pm
SPINEA Una vicenda giudiziaria senza fine. Al Tribunale di Venezia si torna a parlare del condominio Millennium di Spinea dopo che l’avvocato Luciano Faraon, legale di alcuni inquilini, ha depositato un’opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero Stefano Buccini per il procedimento contro ignoti avviato in seguito a una nuova denuncia presentata nei confronti di Comune e Ater.
La vicenda tiene banco da 25 anni, ossia dall’ingresso degli inquilini nel complesso all’angolo tra via Martiri e via Desenzano composto da 50 appartamenti divisi in 10 vani scala. Solo in quel momento, alla fine degli anni Novanta, si resero conto che i lavori non erano finiti e che la ditta incaricata di realizzare l’edificio dall’Ater nel frattempo era fallita. Metà degli appartamenti, destinati all’edilizia sovvenzionata, erano di proprietà della società partecipata e l’altra metà del Comune, che però ne aveva affidato la gestione alla stessa Ater.
Il piano prevedeva l’assegnazione in locazione con patto di futura vendita da pagare con un acconto e trenta rate. Scoperti i problemi, però, la maggior parte degli acquirenti smise di pagare. Da qui ricorsi e contro ricorsi di cui oggi si scrive una nuova pagina.
Secondo Faraon la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura dimostrerebbe che «non è stata svolta nessuna indagine effettiva». L’intera vicenda, spiega il legale, «si regge su una sequenza di atti pubblici falsi» che da un lato sarebbero stati presentati da
Ater e dall’altro avvallati dal Comune di Spinea. Nell’opposizione all’archiviazione l’avvocato degli inquilini sostiene che la ditta appaltante avrebbe costruito il condominio senza gli ascensori e le altre opere per l’abbattimento delle barriere architettoniche ma anche sorvolando su isolamenti e interventi per il contenimento dei consumi energetici, tutto previsto dalla legge. «Quindi - sostiene Faraon riferendosi ai due enti - sussistono concorso sia per omissione di atti d’ufficio sia per falso in atti pubblici».
Queste omissioni per essere sanate richiederebbero, sempre secondo le stime dell’avvocato, una spesa di oltre 2 milioni di euro. Interventi che sarebbero indispensabili per «liberare» gli inquilini, i quali sarebbero costretti a vivere in quegli appartamenti e impossibilitati a vendere essendo privi di abitabilità.
La richiesta prodotta dall’avvocato Faraon si trova ora sulla scrivania del gip di Venezia, al quale il legale ha chiesto inoltre che venga disposto un incidente probatorio «per accertare i falsi documentali, le permanenti omissioni di atti d’ufficio e le violazioni di legge», queste ultime commesse sia in danno agli inquilini che allo Stato «per danno erariale».
Battaglia legale
Gli assegnatari hanno presentato molti esposti