Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il pubblico? Paga ancora in ritardo
Rilevazione Cgia: la Pa ha 53 miliardi di debiti verso i fornitori
VENEZIA Scarsissima fiducia nel sistema giudiziario e molto poca anche per quello sanitario. Va un po’ meglio per la scuola e i servizi di polizia ma, nel complesso, la valutazione degli italiani verso la Pubblica amministrazione si colloca verso il fondo della classifica stilata sui giudizi dei cittadini degli altri Paesi europei.
A porre in evidenza l’argomento è la Cgia di Mestre, sulla base di dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che, nel corso del 2019, ha intervistato un campione di circa mille abitanti di ciascuna nazione. Secondo i calcoli eseguiti sulle ricadute dei disservizi delle strutture pubbliche, fa presente il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, «il costo annuo sostenuto dalle aziende italiane per la gestione dei rapporti con la Pa ammonta a 57 miliardi di euro, corrispondenti a tre punti di Pil. Questa spesa costituisce un freno allo sviluppo, agli investimenti e all’occupazione, penalizzando soprattutto le aziende di dimensione media e piccola».
Secondo l’organizzazione artigiana mestrina il sistema pubblico continua a registrare un debito commerciale nei confronti dei propri fornitori di 53 miliardi. «Non solo i pagamenti arrivano con un ritardo ingiustificato – si inserisce il presidente, Renato Mason - ma quando vengono versati, ora sono privi di Iva. Somme che, pur rappresentando una partita di giro, in precedenza consentivano alle imprese di avere maggiore liquidità per fronteggiare i pagamenti correnti. Questa situazione, associandosi alla contrazione degli impieghi bancari nei confronti delle imprese avvenuto in questi ultimi anni, ha peggiorato la tenuta finanziaria di moltissime Pmi».
Fra le prestazioni pubbliche più carenti vi sono quelle del sistema giudiziario, rispetto al quale solo il 31% degli intervistati ha dichiarato di avere fiducia, contro una media europea del 56%. E’ un indicatore che tende al peggioramento dato che nel 2007, anno di un precedente rilevamento Ocse sugli stessi temi, l’indice di gradimento era superiore di otto punti.
Relativamente alla sanità, meno di un abitante su due giudica buono il sistema nazionale, a fronte di una quota che nella Ue si attesta al 68%. Anche qui la percezione di 12 anni fa in Italia era maggiore di sette punti. Più consensi riscuote il sistema scolastico, valutato positivamente dal 58% degli interpellati, mentre sale al 75% la fiducia sul lavoro della polizia locale, di poco inferiore alla media continentale del 78%. (g.f.)