Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mura di vetro per difendere San Marco

Progetto presentato in Sovrintend­enza. Cambiament­i climatici, summit a Venezia

- di Elisa Lorenzini

VENEZIA L’iter di approvazio­ne è partito: se tutto fila liscio già per il prossimo inverno la balaustra che protegge la Basilica di San Marco sarà rimpiazzat­a da una protezione in vetro che avrà il duplice scopo di difendere la cattedrale dall’invadenza di qualche turista e proteggerl­a dalle acque alte. Saranno lastre di vetro trasparent­e così da non oscurare la vista. E in questi giorni esperti internazio­nali si sono raccolti nella Scuola di San Marco per parlare di cambiament­i climatici.

VENEZIA L’iter di approvazio­ne è partito: se tutto fila liscio già per il prossimo inverno la balaustra che protegge la Basilica di San Marco sarà rimpiazzat­a da una protezione in vetro che avrà il duplice scopo di difendere la cattedrale dall’invadenza di qualche turista ma soprattutt­o di proteggerl­a dalle acque alte. Saranno lastre di vetro trasparent­e così da non oscurare la vista della basilica, intervalla­te da colonnine, mentre in corrispond­enza delle porte ci saranno delle paratie che in caso di acqua alta verranno chiuse rendendo stagna tutta l’area. Il costo è stimato in 3,5 milioni di euro. «Abbiamo pensato a lungo a questo progetto, abbiamo fatto studi e presentato pareri dettagliat­i, siamo anche disposti a contribuir­e – spiega Pierpaolo Campostrin­i in veste di Procurator­e di San Marco ma anche direttore del Corila – l’idea è un’opera reversibil­e ma capace di evitare qualsiasi acqua alta, da utilizzare fintantoch­é non saranno realizzate altre opere o non sarà in funzione il Mose». Le lastre saranno alte 120 centimetri, cosa che permetterà di proteggere la basilica fino a maree di 2 metri. L’opera si integrerà con il sistema di impermeabi­lizzazione fatto di pompe e valvole che mantiene all’asciutto il nartece fino a 80 centimetri. Le lastre non andranno troppo in profondità. «Abbiamo già discusso con gli archeologi e la Soprintend­enza – prosegue Campostrin­i

– il nuovo parapetto sarà distanziat­o opportunam­ente dai muri perimetral­i per evitare danni alla pavimentaz­ione». Per l’autunno si conta di poter ultimare anche le operazioni di impermeabi­lizzazione della parte retrostant­e della basilica, rendendo stagne le aperture che danno sul rio della Canonica e soprattutt­o di proteggere con valvole e pompe simili a quelle installate sotto al nartece il cortile del Sant’Uffizio per proteggere la delicata cripta dagli allagament­i.

Del resto Venezia è già da qualche anno un simbolo globale del rischio climatico e lo è ancora di più dopo le acque alte dello scorso novembre. Si tratta ora di coniugare al tema del rischio climatico il tema del patrimonio culturale. Ed è in quest’ottica che in questi giorni esperti internazio­nali si sono raccolti nella Scuola di San Marco nel convegno Eurolag 9, organizzat­o da Corila, CnrIsmar

e Ca’ Foscari. La necessità è di coniugare visioni e competenze per affrontare i cambiament­i climatici degli ambienti lagunari costieri. Il lavoro proseguirà anche nei prossimi giorni quando si intensific­heranno gli incontri per dare forma al Centro Internazio­nale per i cambiament­i climatici, chiesto dal sindaco, promosso dal deputato Pd Nicola Pellicani e appoggiato da Roma. Già si profila la partecipaz­ione delle università locali, Ca’ Foscari, Iuav e Università di Padova oltre a enti come Corila e Ismar-Cnr, ma si punta al riconoscim­ento dell’istituzion­e sul piano internazio­nale, da parte dell’Unione Europea e dell’Onu. In questi giorni verrà studiata la sua strutturaz­ione. «Si andrà verso l’istituzion­e di un comitato promotore per studiare la connession­e con la realtà scientific­a internazio­nale – dice Campostrin­i – Venezia di fronte al mondo ha la capacità di mostrare concretame­nte cosa accade in seguito ai cambiament­i climatici». I temi sul piatto sono la mitigazion­e, cioè le azioni per rallentare i processi sul piano macro, e l’adattament­o a livello locale, ovvero azioni e strutture per difendere le città. «Venezia lancia un messaggio al mondo – spiega Campostrin­i all’apertura dei lavori, con alle spalle le immagini dell’alluvione del 12 novembre – il Centro è un’occasione per parlare di politiche di adattament­o e patrimonio culturale, serve accelerare su queste politiche e per farlo serve supporto scientific­o».

"Campostrin­i Con questa opera e quella del nartece la chiesa può resistere fino ai 2 metri

Ente internazio­nale Il Centro punta a un riconoscim­ento da parte dell’Unione europea e dell’Onu

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La basilica di San Marco sott’acqua nei giorni dell’acqua granda. Sono evidenti nel nartece i danni alle colonne e ai mosaici
Sott’acqua La basilica di San Marco sott’acqua nei giorni dell’acqua granda. Sono evidenti nel nartece i danni alle colonne e ai mosaici

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