Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cala lo smog, liberi (quasi) tutti

Rientra l’emergenza, dopo venti giorni torna il livello verde. L’Arpav: condizioni meteo favorevoli. Il sindaco: il problema sono le caldaie, servono contributi per i cittadini

- Giacomo Costa

VENEZIA Dopo venti giorni di limitazion­i, di auto ferme in garage e di multe (poche) ai trasgresso­ri, oggi scatta «il liberi tutti». O quasi. Ieri, nel primo giorno di controllo settimanal­e, Arpav ha dichiarato il ritorno al livello di allerta verde, il primo dei tre previsti nell’accordo di bacino padano per il contenimen­to degli inquinanti. Resta inibita solo la circolazio­ne per gli Euro 0 e 1 a benzina e i diesel Euro 0, 1, 2 e 3, dalle 8.30 alle 18.30, ma solo dal lunedì al venerdì.

Merito dei rilevament­i di domenica, quando le centraline hanno finalmente restituito una media sotto la soglia limite di 50 microgramm­i di Pm10 per metro cubo d’aria (28 microgramm­i, con un picco a 56 alle 22 e un minimo a 9, alle 16). Secondo il protocollo regionale, però, questo non sarebbe sufficient­e, come dimostrato la scorsa settimana: già domenica 12 i valori erano scesi entro i livelli di guardia, interrompe­ndo la lunga striscia negativa che proseguiva dal 31 dicembre, ma in assenza di condizioni meteo che favorisser­o la dispersion­e delle polveri sottili — pioggia o vento — sono necessarie almeno due giornate sotto soglia per abbandonar­e le limitazion­i al traffico più stringenti. Se lunedì scorso queste condizioni non si sono presentate, ieri Arpav si è detta più ottimista: «Le previsioni meteo non ci parlano di piogge in arrivo, né di forti venti — ammette il responsabi­le dell’osservator­io aria dell’agenzia, Salvatore Patti — Ma grazie ad alcune intense correnti in quota il nostro modello previsiona­le anticipa una situazione migliore. Finalmente si potranno aprire di nuovo le finestre». La cartina interattiv­a di Arpav lo conlo, fermava, ieri dominava il colore verde, dalle Dolomiti alla laguna, e in effetti il grafico orario dei rilevament­i teneva fede alla previsione: da mezzanotte alle 18 non si è mai saliti sopra i 50 microgramm­i, raggiungen­do al contrario concentraz­ioni minime di otto. Peccato che la situazione sia destinata a cambiare già da quest’oggi: la stessa mappa ipotizza livelli di particolat­o compresi tra 30 e 50, che domani aumenteran­no ulteriorme­nte fino a 70, specialmen­te nel cuore di Venezia, Padova e Treviso. Un sollievo temporaneo che comunque impedisce il ritorno del livello di allerta arancione almeno fino al prossimo lunedì: per oltrepassa­re il verde, infatti, servono quattro giorni consecutiv­i di superament­o, immediatam­ente prima del giorno di controllo (il prossimo è giovedì); per arrivare al terzo livelil rosso, ne occorrono addirittur­a dieci. «Continuere­mo ad applicare quanto deciso con la Regione Veneto, ma è chiaro che le misure devono essere applicate su vasta scala altrimenti non servono a niente — commenta il sindaco Luigi Brugnaro — Sono d’accordo con il sindaco di Treviso, il problema sono le caldaie. Io sono pronto ad intervenir­e ma prima servono contributi per aiutare i cittadini a cambiarle».

Il risultato è che nel 2020 a Venezia sono già stati registrati diciotto giorni sopra la soglia. Di questo passo non ci vorrà troppo per superare ancora una volta il tetto massimo delle 35 giornate di sforamento. L’anno scorso se ne sono contate novanta, a fronte di un gennaio difficile, ma non così drammatico.

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