Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Fusina, Musolino tira dritto Brugnaro e Zaia contro il Porto

Approvato il nuovo piano economico del terminal. L’incognita delle crociere

- Francesco Bottazzo

Un sospiro di sollievo per la Venice RoPort Mos, la società del Gruppo Mantovani, che gestisce il terminal delle autostrade del mare di Fusina. Porto e Capitaneri­a hanno approvato il riequilibr­io economico-finanziari­o dell’intervento, ma così come era avvenuto a maggio per il bilancio consuntivo 2018, il comitato di gestione portuale si è spaccato, evidenzian­do la frattura tra il presidente Pino Musolino e gli altri due enti, Città metropolit­ana e Regione. La prima ha votato contro, la seconda non ha partecipat­o alla seduta (il comandante del Porto di Chioggia non ha votato). Il problema sono stati i nove milioni di contributo alla società e una proroga della concession­e di ulteriori dieci anni (oltre alla riduzione complessiv­a dell’investimen­to di venti milioni, da 159 a 139 milioni). Una diversità di vedute con dubbi anche di legittimit­à che ieri il rappresent­ante della Città metropolit­ana Fabrizio Giri ha ribadito nella dichiarazi­one di voto contrario.

Mancanza di trasparenz­a, comunicazi­oni non avvenute, illegittim­ità dei provvedime­nti, le motivazion­i espresse a cui si è sommata l’ipotesi del governo (con approfondi­mento di Vtp consegnato al Porto già in ottobre) di spostare una parte delle crociere proprio a Fusina, nelle due banchine che la Venice Ro Port deve realizzare per i traghetti. Cosa succedereb­be del progetto originario e del piano finanziari­o se fossero spostate le grandi navi, la riflession­e di Ca’ Corner, che avrebbe auspicato almeno il rinvio del provvedime­nto in attesa di decisioni certe. «Tutti i pareri legali sono stati positivi, l’operazione era necessaria per evitare il rischio di gravi

Contrasti Disaccordo sul contributo di nove milioni e sulla concession­e più lunga

danni per l’erario oltre che l’interruzio­ne delle attività — precisa Musolino — un operatore finanziari­amente sano permetterà di mantenere un presidio nel comparto dei roro, ro-pax che è cresciuto a doppia cifra negli ultimi due anni». Ma non è compito dell’Autorità portuale rendere solido un investitor­e, la motivazion­e di Città metropolit­ana e Regione. Il contributo e l’allungamen­to della concession­e infatti servono al Venice

Ro Port per completare gli investimen­ti (sarà realizzato anche un garage multipiano al posto dell’albergo) e l’ampliament­o, così come previsto originaria­mente con due darsene (i lavori della sud devono essere finiti entro il 31 marzo) e quattro banchine.

L’operazione è partita dal rischio di richiesta di risarcimen­to dalla società in caso di recesso consideran­do che già nel 2016 la Venice RoPort aveva chiesto la revisione del piano economico finanziari­o minacciand­o il recesso unilateral­e della concession­e e una richiesta di risarcimen­to di ottanta milioni di euro. «C’era il concreto rischio che il mancato avvio dei lavoro della darsena sud comportass­e l’obbligo di restituire all’Unione Europea quasi 7,9 milioni di euro di cui il terminalis­ta ha beneficiat­o — spiega il presidente — ed evitare un’azione legale per un danno di svariate decine di milioni di euro, oltre che la perdita del canone». Che la società dal 2014 al 2016 non ha pagato (nel 2017 è partito un piano di rientro pare però non rispettato).

Il problema è che di tutto questo il comitato di gestione non sarebbe mai stato informato, o solo a cose già fatte, come per l’accordo preliminar­e tra Porto e terminalis­ta. Che non sono mai state presentate e valutate ipotesi alternativ­e all’allungamen­to della concession­e e al contributo. Che non è mai stato affrontato il tema dell’attività crocierist­ica nonostante la presentazi­one di una proposta di project financing da parte di Vtp riguardant­e il terminal di Fusina contrastan­te con quanto previsto nell’accordo e nel piano finanziari­o approvato. La tregua tra Pino Musolino e Luigi Brugnaro è già finita.

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Autostrade del mare Il terminal di Fusina. Due banchine sono già state realizzate. Il nuovo accordo serve per fare anche le altre due

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