Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il centrosinistra boccia il ticket: squadra a tre per il candidato
Il nodo del vicesindaco in caso di nome civico. Lunedì la scelta
MESTRE Non un ticket ma una squadra insieme al candidato sindaco. Due, tre personalità esperte sui temi caldi di turismo, welfare e decentramento che facciano da poker della coalizione. Ieri il tavolo politico tra Pd, sinistra (Il Nostro Impegno per la città: Articolo Uno, Possibile, Rifondazione, Verdi), moderati (Più Europa che punta sulla new entry Bellati, Ugo Bergano, Italia Viva, Azione di Calenda, gli ambientalisti europeisti liberali di Volt e il Psi) e i civici di «Un’Altra Città Possibile» ha spostato a lunedì la decisione finale sul candidato sindaco. Le primarie care a sinistra e moderati «paiono definitivamente archiviate», analizza il segretario di Più Europa Michele Scibelli. Il candidato sindaco dovrebbero sceglierlo la settimana prossima i vertici di partiti e coalizioni. E pure l’idea del ticket tra candidato sindaco e il/la vicesindaco (della serie: se uno parla ai moderati, l’altro parla alla sinistra; se uno/a ammicca ai separatisti, l’altro/a parla agli unionisti) è definitivamente uscita di scena. Un po’ perché non si saprebbe a a quale partito spetterebbe il vice se il candidato sindaco è civico ( il nome in campo più gradito resta quello del rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi: lo si ascrive al Pd, ai moderati, ai civici? A chi spetterebbe fare il braccio destro?). Un po’ perché i tandem si sono già visti in passato e la destra sovranista e populista continua a fare il pieno con leader soli al comando. «Sono schemi vecchi – dice il segretario Pd Giorgio Dodi - La nostra ipotesi è ragionare in termini di squadra: tre persone che con competenza portino avanti le istanze insieme al sindaco con un progetto partecipato, segno tangibile che in prima fila ci sono le migliori energie. La compagine deve puntare a vincere. Il candidato? Sarà quello migliore, fuori dai partiti». Pure il candidato migliore, di fronte ai tentennamenti, pare avrebbe mostrato segni di scoramento. «Positiva la volontà di creare un fronte comune contro populisti sovranisti. Ma se non si fanno le primarie, tocca al Pd fare la proposta», dice Gabriele Scaramuzza, segretario regionale di Articolo Uno. «Quando l’azionista di maggioranza farà la sua proposta, ragioneremo», fa eco Scibelli. Azionista di maggioranza della coalizione,
Primarie Il tavolo politico le ha affossate in modo definitivo
Dispetti La sinistra spinge su Bettin, Pizzo lo «candida» in Biennale
il Pd in queste trattative è chiamato in causa per prendere oneri e prebende del ruolo, difendere il candidato e pure il partito. Michele Mognato in una intervista a Vvox ha detto che il Pd non vuole le primarie perché, non avendo un suo candidato, teme di non avere un ruolo forte in campagna elettorale. La sinistra ha suggerito il nome di Gianfranco Bettin come candidato. Giampietro Pizzo di Città Possibile domenica lo ha rilanciato nell’agone dei social come possibile successore di Paolo Baratta alla Biennale. Dinamiche muscolari tra alleati.
La Lega con Brugnaro, ad esempio, punta a togliersi i sassi delle scarpe dell’attuale consiliatura e vuole vicesindaco e assessori al Commercio e alla Sicurezza.