Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Giochi, commissario alle opere
Strade in ritardo, Zaia e Malagò vogliono il «modello Expo». No di Cortina all’aeroporto
BELLUNO Le varianti ai centri abitati in ritardo di due anni. L’aeroporto che non si fa. La Tav ferma a Brescia. Il collo di bottiglia di Longarone. L’assemblea degli industriali di Belluno s’è presto tramutata in un grido di dolore per l’irrisolto gap infrastrutturale che affligge le Terre Alte da sempre ed ancor più preoccupa in vista delle Olimpiadi. «Ci vuole un commissario straordinario con pieni poteri» ha detto Zaia, con l’appoggio di Malagò. Il modello è l’Expo di Milano.
BELLUNO Un commissario straordinario per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Come fu Giuseppe Sala per l’Expo di Milano nel 2015 ed è tutt’ora Luigivalerio Sant’Andrea per i Mondiali di sci del 2021. A proporlo è stato il governatore Luca Zaia e il presidente del Coni Giovanni Malagò, presente al suo fianco sul palco dell’assemblea degli industriali di Belluno, ha appoggiato l’idea: «Si può fare, anche se bisognerà convincere i tanti timorosi che i commissari servano soltanto ad aggirare le opere. Dobbiamo far capire loro che non si tratta di fare i furbi ma di andare più in fretta».
L’ipotesi è scaturita al termine di un dibattito sui Giochi, protagonisti, oltre a Zaia e Malagò, il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina, il presidente della Fondazione dei Mondiali di sci 2021 Alessandro Benetton (che ha cortesemente declinato qualunque domanda sulla querelle Autostrade, spiegando che «da molti anni» non rilascia dichiarazioni sulle vicende di famiglia «e così continuerò a fare») e il sottosegretario allo Sport della Regione Lombardia Antonio Rossi. Sebastiano Barisoni di Radio24, che moderava il confronto, ha incalzato Ghedina e Zaia chiedendo loro conto - davanti ad una platea evidentemente interessata all’argomento, al centro pure della relazione della presidente Lorraine Berton - quando e come il Bellunese recupererà il suo grave gap infrastrutturale, dai collegamenti con l’aeroporto di Venezia al collo di bottiglia di Longarone (Berton ha insistito sul vitale «sbocco a Nord» senza il quale «il declino sarà inevitabile, anche sotto la stella olimpica»). Ghedina ha spiegato che, proprio grazie alla nomina del commissario Sant’Andrea, il cronoprogramma degli impianti sportivi per i Mondiali del 2021 è rispettato ed un primo test verrà effettuato in occasione della finale di Coppa del Mondo di marzo; non ha potuto che ammettere, invece, i gravi ritardi sul fronte delle infrastrutture stradali: «Senza dubbio siamo in ritardo, per responsabilità imputabili ad Anas che ha trascinato in lungo i progetti. Le varianti di Tai, Valle, San Vito e Cortina non saranno pronte prima del 20222023». È stallo anche sull’aeroporto, che di certo non si farà a Fiames come avrebbe voluto Bruno Zago, l’industriale della carta già a capo dell’aeroporto di Asiago: «Siamo assolutamente contrari - ha detto Ghedina - per via del sorvolo del
l’abitato e per il rispetto dell’ambiente circostante, visto che si tratta di un contesto molto delicato. Se proprio si deve fare la pista, meglio farla in Val Pusteria, a Dobbiaco. Per Cortina potremmo semmai pensare ad un eliporto, ma a sud del paese così da non disturbare l’abitato». Anche Benetton ha respinto l’idea («Mi spaventa, non scimmiottiamo altre realtà mettendo a rischio ciò che dà valore al nostro territorio») e sottolineato come qualunque decisione «vada prima concertata con le comunità locali, nell’ottica della sostenibilità».
Barisoni ha quindi picchiato sulla questione Tav, com’è noto ferma a Brescia, e qui Zaia dapprima si è difeso («L’alta velocità è nel piano delle infrastrutture dei Giochi») poi è passato al contrattacco, stizzito dalla retorica sulla politica incapace e arruffona che tanto piace alle assisi confindustriali: «La variante di Longarone per noi è una priorità, ma secondo voi qui c’è qualcuno che non vuole fare le strade? Finiamola con le assemblee che pretendono di dettare i tempi alla pubblica amministrazione. Ma lo sapete con quante leggi e quanta burocrazia ci dobbiamo confrontare? Lo sapete che spesso la burocrazia è generata dall’odio sociale, dai partiti convinti che dovunque ci sia una carriola di malta ci sia malaffare? Lo sapete che ci trascinano davanti al Tar per un nonnulla, che nascono comitati contro i Giochi, la Pedemontana, l’Unesco? Per le Olimpiadi ci vuole un commissario straordinario, con pieni poteri». In sala c’era pure l’amministratore delegato della Fondazione dei Giochi, Vincenzo Novari, e difatti Malagò ha subito chiarito: «Non parliamo della Fondazione, di cui Novari è Ad e io sono presidente, che gestisce i 950 milioni del Cio per gli eventi sportivi. Il commissario verrebbe messo a capo dell’agenzia governativa che si occupa degli impianti e che, come la Fondazione, sottostà al Consiglio olimpico in cui siedono il Cio e le istituzioni».
Si vedrà se la proposta lanciata dal palco di Belluno convincerà il governo, chiamato innanzitutto a licenziare l’attesa legge olimpica: «La approveremo nei prossimi giorni» ha assicurato il ministro - bellunese - ai Rapporti con il parlamento Federico D’Incà, ieri assente perché trattenuto a Roma da impegni nelle Camere.