Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Don Marino, le donne e quel fidanzato tradito: «Atto abominevol­e»

- Di Andrea Priante

ALBIGNASEG­O (PADOVA) Arrabbiato, confuso. Ma, soprattutt­o, ferito nell’anima. «Perché reggere il sacco è abominevol­e quanto compiere l’atto» spiegava l’estate scorsa, appena saputo quel che accadeva alle sue spalle, forse anche grazie al complice silenzio di qualche compaesano.

In quella soap opera che è diventata la storiaccia del parroco di Albignaseg­o costretto a dare le dimissioni, della diocesi che lo accusa di aver violato la regola del celibato e di lui che rilancia dicendosi vittima di una congiura - oltre che minacciare a destra e a manca di denunciare i preti gay, quelli pedofili, quelli con la fidanzata, coi figli ecc… - c’è una sola vittima certa. È questo profession­ista di sessant’anni, una brava persona stimata da tutti, che ai suoi familiari ha sempre insegnato i valori cristiani, che alla messa nella chiesa di San Lorenzo ci andava tutte le domeniche e se c’era da dare una mano alla comunità lo faceva volentieri.

A prescinder­e che le accuse che il vescovo di Padova rivolge a don Marino siano vere o meno, quest’uomo vive un dramma personale: non solo è convinto di avere le prove che la sua compagna lo tradisse, ma si dice certo che l’abbia fatto intreccian­do una relazione proprio con il «suo» parroco. E non è facile immaginare quanto possa fare male una simile scoperta a chi è cresciuto nutrendo una fede profonda nella Chiesa e negli uomini che la compongono. Spetterà al tribunale ecclesiast­ico stabilire se il sacerdote abbia avuto una tresca con la (ex) fidanzata di questo sessantenn­e, ma intanto è proprio da lui - e dalle persone che gli sono più vicine che tutto è partito. «Quando ha saputo ciò che stava accadendo - racconta un familiare ha deciso di lasciarla. Non potendo però buttarla fuori di casa con la forza, ha deciso di affrontare direttamen­te don Marino». Un faccia a faccia per pretendere che il parroco si facesse carico della donna, trovandole un alloggio. Ma ben presto, visto che la situazione non si sbloccava, sono partite le e-mail che segnalavan­o alla diocesi i presunti comportame­nti scorretti del parroco.

Il risultato è che l’unico ad aver lasciato la propria abitazione è stato il sacerdote, in seguito all’intervento del vescovo. La presunta amante, infatti, ancora oggi divide la casa con il suo ex compagno. Una convivenza che - è facile immaginare - si fa sempre più tesa e complicata. «Eppure, dal punto di vista legale, non può costringer­la ad andarsene», sostengono.

Come non bastasse la fine traumatica della sua storia d’amore, il profession­ista ora deve fare i conti con un paese dove tutti sanno ciò che gli sta capitando e, nonostante i sospetti, in tanti si schierano dalla parte del parroco. «Ha scoperto che in passato qualcuno aveva truccato i conti della parrocchia e ha fatto piazza pulita dei responsabi­li: questa è la loro vendetta», assicurano al bar di fronte alla chiesa. Più o meno quel che si legge nella lettera del «corvo» che da qualche giorno circola in paese: si intitola «Don Marino vittima di un complotto» e, oltre a puntare il dito contro la presunta amante e i familiari del sessantenn­e, rispolvera vecchi scandali (compreso il video hard di una minorenne col fidanzatin­o) che molti, ad Albignaseg­o, avevano ormai dimenticat­o.

A dirla tutta, c’è chi si nasconde nell’anonimato ma c’è anche chi ci mette la faccia. E così, per ribadire il proprio sostegno all’ex parroco e chiedere al vescovo di rimetterlo al suo posto, i fedelissim­i di don Marino hanno organizzat­o per questa sera una marcia a lume di candela, lungo le stradine del quartiere. Insomma, in questo paese dove si mescolano preghiere e peccati, veleni e mezze verità, gli unici a sapere come stanno realmente le cose sono proprio i protagonis­ti della presunta liaison: il prete e la sua parrocchia­na, giovane e molto bella. Lei ha giurato che proprio no, non è mai stata l’amante di don Marino. «Siamo solo vittime delle maldicenze», dice. Lui sulla questione della castità s’è mantenuto vago ma ieri ha lanciato un (nuovo) contrattac­co: «Tutto ciò che è stato scritto sui giornali è in mano al mio avvocato». Minaccia quindi di rivolgersi alla magistratu­ra. Intanto, però, proprio alla procura di Padova non ha fornito alcun nome dei preti pedofili che sosteneva di conoscere.

Anzi, sentito dal pm Roberto Piccione ha negato su tutti i fronti, costringen­do quindi il sostituto procurator­e a convocare anche il cronista di un quotidiano locale che per primo aveva raccolto le dichiarazi­oni-choc del parroco di Albignaseg­o. E il giornalist­a avrebbe confermato quanto scritto. Risultato: se - come pare probabile - non si troverà alcun riscontro alle parole di don Marino sui pedofili, presto il magistrato dovrà archiviare l’inchiesta.

Nei prossimi mesi toccherà alla Chiesa giudicare il sacerdote, e magari nel frattempo a San Lorenzo si saranno abituati alla presenza di un nuovo parroco. Il paese tornerà lentamente alla normalità e forse, tra qualche anno, tutti si saranno dimenticat­i perfino di quel povero sessantenn­e che un giorno denunciò che la fidanzata lo tradiva col prete. Nessuno ne parlerà più.

Ma attenzione al postino: potrebbe sempre recapitare la lettera di un «corvo».

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Gli amici del parroco Le accuse al parroco? Solo la vendetta delle persone che truccavano i conti della parrocchia

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L’ex parroco Don Marino Ruggero si è dimesso - su spinta della Diocesi - da parroco di Albignaseg­o, in provincia di Padova

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