Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Don Marino, le donne e quel fidanzato tradito: «Atto abominevole»
ALBIGNASEGO (PADOVA) Arrabbiato, confuso. Ma, soprattutto, ferito nell’anima. «Perché reggere il sacco è abominevole quanto compiere l’atto» spiegava l’estate scorsa, appena saputo quel che accadeva alle sue spalle, forse anche grazie al complice silenzio di qualche compaesano.
In quella soap opera che è diventata la storiaccia del parroco di Albignasego costretto a dare le dimissioni, della diocesi che lo accusa di aver violato la regola del celibato e di lui che rilancia dicendosi vittima di una congiura - oltre che minacciare a destra e a manca di denunciare i preti gay, quelli pedofili, quelli con la fidanzata, coi figli ecc… - c’è una sola vittima certa. È questo professionista di sessant’anni, una brava persona stimata da tutti, che ai suoi familiari ha sempre insegnato i valori cristiani, che alla messa nella chiesa di San Lorenzo ci andava tutte le domeniche e se c’era da dare una mano alla comunità lo faceva volentieri.
A prescindere che le accuse che il vescovo di Padova rivolge a don Marino siano vere o meno, quest’uomo vive un dramma personale: non solo è convinto di avere le prove che la sua compagna lo tradisse, ma si dice certo che l’abbia fatto intrecciando una relazione proprio con il «suo» parroco. E non è facile immaginare quanto possa fare male una simile scoperta a chi è cresciuto nutrendo una fede profonda nella Chiesa e negli uomini che la compongono. Spetterà al tribunale ecclesiastico stabilire se il sacerdote abbia avuto una tresca con la (ex) fidanzata di questo sessantenne, ma intanto è proprio da lui - e dalle persone che gli sono più vicine che tutto è partito. «Quando ha saputo ciò che stava accadendo - racconta un familiare ha deciso di lasciarla. Non potendo però buttarla fuori di casa con la forza, ha deciso di affrontare direttamente don Marino». Un faccia a faccia per pretendere che il parroco si facesse carico della donna, trovandole un alloggio. Ma ben presto, visto che la situazione non si sbloccava, sono partite le e-mail che segnalavano alla diocesi i presunti comportamenti scorretti del parroco.
Il risultato è che l’unico ad aver lasciato la propria abitazione è stato il sacerdote, in seguito all’intervento del vescovo. La presunta amante, infatti, ancora oggi divide la casa con il suo ex compagno. Una convivenza che - è facile immaginare - si fa sempre più tesa e complicata. «Eppure, dal punto di vista legale, non può costringerla ad andarsene», sostengono.
Come non bastasse la fine traumatica della sua storia d’amore, il professionista ora deve fare i conti con un paese dove tutti sanno ciò che gli sta capitando e, nonostante i sospetti, in tanti si schierano dalla parte del parroco. «Ha scoperto che in passato qualcuno aveva truccato i conti della parrocchia e ha fatto piazza pulita dei responsabili: questa è la loro vendetta», assicurano al bar di fronte alla chiesa. Più o meno quel che si legge nella lettera del «corvo» che da qualche giorno circola in paese: si intitola «Don Marino vittima di un complotto» e, oltre a puntare il dito contro la presunta amante e i familiari del sessantenne, rispolvera vecchi scandali (compreso il video hard di una minorenne col fidanzatino) che molti, ad Albignasego, avevano ormai dimenticato.
A dirla tutta, c’è chi si nasconde nell’anonimato ma c’è anche chi ci mette la faccia. E così, per ribadire il proprio sostegno all’ex parroco e chiedere al vescovo di rimetterlo al suo posto, i fedelissimi di don Marino hanno organizzato per questa sera una marcia a lume di candela, lungo le stradine del quartiere. Insomma, in questo paese dove si mescolano preghiere e peccati, veleni e mezze verità, gli unici a sapere come stanno realmente le cose sono proprio i protagonisti della presunta liaison: il prete e la sua parrocchiana, giovane e molto bella. Lei ha giurato che proprio no, non è mai stata l’amante di don Marino. «Siamo solo vittime delle maldicenze», dice. Lui sulla questione della castità s’è mantenuto vago ma ieri ha lanciato un (nuovo) contrattacco: «Tutto ciò che è stato scritto sui giornali è in mano al mio avvocato». Minaccia quindi di rivolgersi alla magistratura. Intanto, però, proprio alla procura di Padova non ha fornito alcun nome dei preti pedofili che sosteneva di conoscere.
Anzi, sentito dal pm Roberto Piccione ha negato su tutti i fronti, costringendo quindi il sostituto procuratore a convocare anche il cronista di un quotidiano locale che per primo aveva raccolto le dichiarazioni-choc del parroco di Albignasego. E il giornalista avrebbe confermato quanto scritto. Risultato: se - come pare probabile - non si troverà alcun riscontro alle parole di don Marino sui pedofili, presto il magistrato dovrà archiviare l’inchiesta.
Nei prossimi mesi toccherà alla Chiesa giudicare il sacerdote, e magari nel frattempo a San Lorenzo si saranno abituati alla presenza di un nuovo parroco. Il paese tornerà lentamente alla normalità e forse, tra qualche anno, tutti si saranno dimenticati perfino di quel povero sessantenne che un giorno denunciò che la fidanzata lo tradiva col prete. Nessuno ne parlerà più.
Ma attenzione al postino: potrebbe sempre recapitare la lettera di un «corvo».
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Gli amici del parroco Le accuse al parroco? Solo la vendetta delle persone che truccavano i conti della parrocchia