Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’ora si «allunga» protesta al Pacinotti «Perdiamo i bus» Algarotti, aule fredde
Solo una ventina di ragazzi sono entrati a scuola, mentre oltre 300 sono rimasti davanti ai cancelli per protestare contro il cambio di orario delle lezioni. E’ stato uno sciopero di massa all’Istituto Pacinotti-Massari dove studenti e preside sono arrivati allo scontro. Da ottobre, l’ultima ora di lezione — fino all’anno scorso di 50 minuti — è stata portata a 60 e così gli studenti escono alle 14 invece che alle 13.50. Un cambio che avrebbe stravolto le giornate di molti alunni dell’istituto che è una delle poche scuole della provincia che offre corsi per geometri e che quindi è frequentata da ragazzi che abitano anche distante. «C’è chi per tornare a casa cambia tre mezzi — spiegano gli studenti — quei 10 minuti in più si perdono le coincidenze». «Io abito a Pellestrina — dice un ragazzo — a causa del cambio torno a casa un’ora dopo, alle 16». Il nuovo orario (che ha innescato la protesta anche di chi segue i corsi serali dove tutte le ore sono passate da 50 a 60 minuti) non è l’unica ragione dello sciopero: i ragazzi lamentano la mancanza di materiale nei laboratori e il taglio di alcune attività sportive. «Sull’orario risolveremo a breve, il cambio era stato deciso a ottobre in consiglio d’istituto», chiude il preside Candeloro Di Biagio. «Il cambio è stato adottato — spiega Michele Prete, presidente del Consiglio — perché ci è stato detto che, lavorando i professori 10 minuti in meno, si sarebbe potuto configurare danno erariale. Ma crea problemi: ci sono circa 580 alunni e sono arrivate 130 lettere di genitori che chiedono il vecchio orario». Protesta ieri anche all’Algarotti: nella sede di Palazzo Savorgnan, non funzionava il riscaldamento in alcune aule e gli studenti hanno abbandonato in massa le lezioni. E’ il quarto istituto in poco più di dieci giorni in cui «salta» il riscaldamento: il Coordinamento studenti medi si è riunito per valutare una mobilitazione. (m. ri.)