Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Feto morto, ignorati i segni nel tracciato»

-

VENEZIA Ci hanno pensato tre mesi prima di fare l’esposto. E di fronte alla replica dell’Usl 3 secondo cui l’assistenza è risultata «piena e corretta», hanno approfondi­to la vicenda, scoprendo non solo – dal loro punto di vista – che la donna era stata «abbandonat­a» per ore senza monitoragg­io, nonostante si trattasse di un parto a rischio, ma che i segni dell’imminente distacco della placenta c’erano già nel tracciato. A dirlo è stato il ginecologo Fortunato Vesce, già docente dell’Università di Ferrara, a cui si è rivolta la coppia di origine filippina che lo scorso 17 settembre è passata in poche ore dalla gioia del primo figlio alla tragedia della morte del feto per distacco della placenta. Vesce ha visionato la cartella clinica – su incarico dell’avvocato Maurizio Trevisan e della collega Giorgia De Biasi, console onorario delle Filippine a Venezia – notando la presenza di una «tachisisto­lia» (un’alta frequenza di contrazion­i uterine). Ma dopo essere entrata alle 8.30 all’ospedale dell’Angelo e dopo essere stata monitorata dalle 9 alle 10.40, la 37enne è stata staccata dalla macchina. Solo 4 ore dopo un’infermiera ha capito che la situazione era grave: troppo tardi. «Il distacco richiede anche ore in seguito alle contrazion­i uterine - ha sostenuto Vesce, il cui parere è stato già depositato in procura - Un monitoragg­io continuo ne avrebbe rilevato i segni caratteris­tici». Ora spetterà al pm stabilire se c’è stata colpa e di chi. Già il medico legale di parte Carlo Scorretti aveva censurato «carenze assistenzi­ali e organizzat­ive. (a. zo.)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy