Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bcc Pordenonese Monsile, Marini lascia la presidenza a Zamberlan
Marini, in alto, e Zamberlan
TREVISO Non sarà Daniele Marini il presidente della neocostituita Banca Pordenonese e Monsile, realtà del credito cooperativo nata a dicembre con la fusione della Banca Pordenonese, di Azzano Decimo (Pordenone) e della Monastier e del Sile, di Monastier (Treviso). A fare dietrofront è stato lo stesso sociologo, giustificandosi con il sopraggiungere di proposte professionali che lo terranno lontano dal Veneto per almeno due o tre giorni la settimana. A guidare l’istituto, il primo in Italia a cavallo tra regioni diverse, è stato nominato ieri dal cda Antonio Zamberlan, già presidente di Monastier e figura che pareva la via «naturale» fin dalla scrittura dei patti parasociali tra le due banche. Marini, cooptato nel cda di Monastier poche settimane prima dell’assemblea congiunta, al momento della sua pur compatta nomina a presidente, aveva destato nella base dei soci della Monsile più di qualche perplessità; e con la percezione di un suggerimento da Iccrea.
Ad assicurare che il passo indietro deriva solo da nuovi impegni professionali è stato ieri direttamente Marini: «In questo mese ho accettato incarichi in campo formativo da Fondazione Sanpaolo e da Federmeccanica – spiega – oltre che per l’ente formativo dei Giuseppini del Murialdo (Engim), mentre continua la collaborazione con Cna Piemonte. Per seguire come si deve una banca in tre province occorre più tempo». «Marini è prezioso per la sua professionalità – è il punto di vista del diplomatico Zamberlan – sono contento sia rimasto nel board».