Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Troppo smog, la scuola vieta la ricreazione
Treviso, il dirigente dell’istituto Stefanini: «C’è l’allerta rossa e io devo tutelare i miei studenti»
A TrevisO il dirigente scolastico dell’istituto Stefanini ha deciso di non far uscire in cortile gli alunni di materna, elementari e medie, a causa dell’allerta rossa per lo smog. «Ho agito da buon padre di famiglia».
TREVISO «Peccato, bambini, la ricreazione oggi si fa in aula». Facile immaginare la reazione di centinaia di studenti trevigiani che ieri mattina non sono potuti uscire in cortile per il quotidiano quarto d’ora di libertà a metà mattinata. E la colpa è dello smog, di un’aria inquinata come non si vedeva da tempo. Il dirigente dell’istituto comprensivo 4 di Treviso ha deciso che, finché rimarrà in vigore l’allerta rossa, gli alunni rimarranno all’interno degli istituti durante la ricreazione.
«Devo tutelare la salute dei miei studenti – spiega Antonio
Chiarparin -, è una precauzione che ho preso in scienza e coscienza, da buon padre di famiglia. Non c’è un’emergenza ma se i medici consigliano di non praticare attività sportiva all’esterno quando i livelli di polveri sottili sono così elevati, mandare i ragazzi a correre in giardino mi sembrava un controsenso».
Dall’inizio dell’anno la centralina Arpav di Treviso ha registrato 31 sforamenti; domenica e lunedì i valori erano di oltre il doppio la soglia di tolleranza di 50 microgrammi per metro cubo d’aria (104 e 129); da martedì per la seconda volta in un mese è scattata l’allerta rossa dell’ordinanza antismog, in vigore in tutti i capoluoghi veneti, che prevede limitazioni più restrittive alla circolazione veicolare per contenere l’emissione di polveri inquinanti. La qualità dell’aria, secondo le rilevazioni Arpav, è «pessima». In un anno, è previsto che una singola centralina possa sforare i valori quotidiani 35 volte: quella di Treviso rischia di raggiungere questa quota entro una settimana. Non sorprende quindi che Chiarparin, per difendere i bambini e ragazzi dell’istituto comprensivo Stefanini (che conta una scuola materna, cinque elementari e una scuola media) abbia deciso di evitare loro l’esposizione all’esterno. «Verificheremo la situazione di giorno in giorno ma finché rimarrà in vigore l’allerta rossa, finché le polveri dannose non diminuiranno, i ragazzi rimarranno dentro in ricreazione» rileva il preside. Ma un provvedimento simile l’aveva mai preso? «Sì, all’epoca del rogo De Longhi» risponde. Solo che quello era un allarme scatenato dall’incendio di una fabbrica.
Il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi, dopo aver appreso della decisione di Chiarparin e di due asili nido comunali sempre a Treviso, ritiene che non ci siano emergenze: «I 15 minuti della ricreazione non sono un rischio per la salute, i ragazzi possono stare all’esterno e giocare in giardino. La decisione di una simile precauzione viene presa in autonomia dalle singole scuole. Dal nostro punto di vista però non c’è alcun pericolo».
Stefano Pelloni, capogruppo del Pd in Consiglio, incalza la Lega che governa Comune, Provincia e Regione: «I governatori del Nord si sono incontrati per prendere finalmente provvedimenti per la principale emergenza sanitaria del territorio. No, non per l’inquinamento della Pianura Padana, con livelli di Pm10 record da più di un mese, ma per il coronavirus. I presidi devono tenere i bambini in aula durante la ricreazione perché nelle nostre città lo smog è alle stelle ma a questo allarme sanitario i governatori leghisti non hanno ancora pensato».
Benazzi
I 15 minuti della ricreazione non sono un rischio per la salute dei bimbi