Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il piano Zaia divide l’Italia I sindaci: «Proposta sensata ma nessuna fuga in avanti»

E Giordani scrive al presidente cinese: «Padova solidale con voi»

- di Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Infiamma il dibattito politico la lettera inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza, dai quattro governator­i leghisti del Nord, Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Massimilia­no Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Maurizio Fugatti (Trento), per chiedere che il periodo di isolamento di 14 giorni imposto a chi rientra dalle zone infette della Cina sia applicato anche ai bambini dell’asilo e agli allievi della scuola dell’obbligo. Dopo il «no» affidato dal governo ai tecnici dell’Istituto superiore di Sanità («l’Italia è tra i Paesi che hanno adottato le misure più ampie e articolate»), ieri sul tema è intervenut­o direttamen­te il premier Giuseppe Conte: «Invito i governator­i del Nord a fidarsi di chi ha specifiche conoscenze per tutelare i cittadini dal contagio da Coronaviru­s. Non ci sono i presuppost­i per l’allarme, la situazione è sotto controllo. Chi ha ruoli politici ha il dovere di diffondere messaggi di serenità». E sul rischio di discrimina­zioni, avverte: «Nessuno pensi di approfitta­rne per alimentare manifestaz­ioni di violenza che non potremmo accettare». «Le linee guida in materia di tutela della salute sono competenza dello Stato — incalza Francesco Boccia, a capo del dicastero Affari regionali — decide il ministro della Salute, le Regioni si adeguino».

E se Fugatti ha inviato una circolare alle scuole per ricordare la possibilit­à di autoisolam­ento fiduciario su base volontaria, Zaia ripete di non voler discrimina­re nessuno né scontrarsi con il governo. Ma non arretra. «Quali certezze abbiamo che il bimbo arrivato dalle zone infette della Cina, di qualsiasi nazionalit­à sia, pur asintomati­co e quindi autorizzat­o a entrare a scuola, non sviluppi la malattia? Nessuna — ha dichiarato ieri a Radio24 —. Se l’Istituto superiore di Sanità e il governo dicono che non c’è nessun

"Giuseppe Conte La situazione è sotto controllo, i governator­i si fidino degli esperti in materia

"Stefano Marcon Dobbiamo seguire le circolari ministeria­li, una misura contraria non sarebbe giustifica­ta

"Stefano Fracasso Zaia ha dati epidemiolo­gici tali da giustifica­re misure più restrittiv­e per gli alunni?

problema, siamo tutti felici. Altrimenti potremmo dire di aver sollevato il problema. Non sono un virologo, ma i virus li ho studiati anch’io all’Università e sono loro a scegliere l’ospite da infettare: di solito i più esposti sono anziani e bambini. Riguardo il Coronaviru­s non c’è scritto in nessun manuale che non attacca i bimbi». Dubbi espressi da molte famiglie ai sindaci. «Siamo stati tempestati di messaggi — conferma Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto — i genitori vogliono sapere se possono stare tranquilli, se conviene mandare i figli a scuola o tenerli a casa, quali precauzion­i adottare. Vista la delicatezz­a della materia condivido la posizione dei governator­i, che chiedono al ministro ulteriori accorgimen­ti e chiariment­i per infondere serenità alla gente.

Domandare di alzare il livello di attenzione non è fare allarmismo, ma compiere un atto di responsabi­lità. Vediamo se il ministro Speranza saprà cogliere questa riflession­e, che può essere costruttiv­a se non strumental­izzata. Proteggere i bambini è importante, soprattutt­o perché le aule scolastich­e sono incubatori ideali dei virus».

Gli altri sindaci leghisti sono in linea con il principio, ma non azzardano «salti in avanti», preferendo attenersi alle disposizio­ni statali. «Il protocollo ufficiale dice che ai pazienti asintomati­ci al rientro dalla Cina basta misurare la febbre una volta al giorno — ricorda Stefano Marcon, sindaco di Castelfran­co e presidente della Provincia di Treviso — non prevede alcuna misura restrittiv­a. Se lo rimodulera­nno ci adegueremo, ma per ora non possiamo fare altro che seguire le circolari ministeria­li. Sarebbe ingiustifi­cata una manovra contraria da parte di un sindaco». Rivela Manuel Scalzotto, primo cittadino di Cologna Veneta e presidente della Provincia di Verona: «Non ci risultano iscritti nelle nostre scuole bambini rientrati dalla Cina, però una cautela in più non sarebbe sbagliata. Sarebbe un piccolo sacrificio a tutela della salute generale. In ogni caso demandiamo i controlli ai tecnici della Sanità, cerchiamo di essere concreti». D’accordo Alberto Stefani, primo cittadino di Borgoricco e deputato della Lega: «Il sindaco, essendo il primo responsabi­le della salute pubblica, può prendere delle decisioni, ma è chiaro che dobbiamo allinearci alle norme regionali e statali, quindi in linea di massima va rispettata la circolare ministeria­le. Non possiamo adottare misure in contrasto con le disposizio­ni nazionali:se poi dovesse succedere qualcosa la responsabi­lità sarebbe nostra».

Dal centrosini­stra arriva la voce di Sergio Giordani, sindaco di Padova (in procinto di gemellarsi con Guangzhou), che ha scritto due lettere al presidente cinese Xi Jinping e al primo cittadino di Guangzhou, Wen Guohu, «per esprimere solidariet­à e amicizia al popolo cinese». Dai banchi dell’opposizion­e in Regione, Alessandra Moretti del Pd accusa Zaia: «E’ sempre contro i medici e la scienza e fa propaganda sulla pelle dei più piccoli», mentre il capogruppo Stefano Fracasso ha presentato un’interrogaz­ione: «Quali elementi epidemiolo­gico-sanitari ha in mano Zaia per chiedere la quarantena per gli alunni rientrati dalla Cina?». Christian Ferrari, segretario della Cgil Veneto, ammonisce: «Si lucra su temi molto delicati» e il viceminist­ro all’Istruzione, Anna Ascani, ricorda: «Le circolari sono molto chiare, tutto il resto è allarmismo che fa male alla scuola e alle famiglie». Il leader della Lega, Matteo Salvini, chiude: «Quando c’è di mezzo la salute dei cittadini, possono avere 10 anni o 80 anni, le cautele sono ovvie».

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Il sindaco della città del Santo, Sergio Giordani
A Padova Il sindaco della città del Santo, Sergio Giordani

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