Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Più soldi ai medici di Padova c’è l’accordo con il ministero Intanto pronti 130 milioni per macchinari e ospedali

- Michela Nicolussi Moro

PADOVA Sono davvero i più bassi d’Italia gli stipendi dei medici dell’Azienda ospedalier­a di Padova, che la Regione ha cercato di equiparare a quelli del resto del Veneto con la legge del 25 novembre 2019 (il collegato alla legge di stabilità 2020). La normativa, che a tale scopo stanzia 2,2 milioni di euro per ciascun esercizio 2020, 2021 e 2022, è però stata impugnata dal governo davanti alla Corte Costituzio­nale. Ma ieri il ministero per gli Affari regionali, proprio «alla luce dell’impugnativ­a», che resta, ha indetto una riunione tra i propri tecnici e quelli del Veneto per cercare di arrivare a una soluzione.

E l’accordo c’è. Poiché tutto dipende dai fondi contrattua­li dei camici bianchi, che in Azienda ospedalier­a si fermano a 21mila euro l’anno pro capite mentre nel resto del Veneto la media è di 26mila con il picco di 30mila riscontrat­o all’Usl 1 Dolomiti, le parti hanno trovato la strada comune sulla proposta del Veneto di consentire un aumento del 2% degli stessi fondi a tutte le Regioni in cui si verifichi una tale disparità di trattament­o. Per il Veneto l’aumento del 2% si traduce in 14-15 milioni di euro, che consentire­bbero appunto di equiparare gli stipendi dei medici dell’Azienda ospedalier­a di Padova a quelli dei colleghi, non solo della regione ma anche del resto d’Italia.

Per fare un esempio, i fondi contrattua­li dell’Azienda ospedalier­a di Bologna ammontano a 34mila euro pro capite all’anno, quelli dell’Umberto I di Roma a 32mila, mentre all’ospedale Niguarda di Milano arrivano a 30mila euro. Ora però per arrivare a «pareggiare i conti» ci vuole una legge che recepisca tale «aggiustame­nto» come un emendament­o. Difficile inserire l’integrazio­ne stipendial­e nel Milleproro­ghe: si pensa allora a un aggiorname­nto del «Patto della Salute» o alla prima norma «veicolo» disponibil­e.

Ieri intanto, sempre in tema di Sanità, la giunta Zaia ha dato il via libera a investimen­ti in tutte le aziende per un importo complessiv­o di 129,7 milioni di euro. Sono state approvate le spese valutate dalla Commission­e regionale per l’investimen­to in tecnologia ed edilizia a fine 2019 per 36 milioni di euro, cioè: il programma pluriennal­e del fabbisogno di grandi macchinari per 69,9 milioni; ulteriori investimen­ti per mammografi­e e tecnologie varie per 23,7 milioni. «E’ la più grande manovra di investimen­ti varata in una sola volta da anni — dice il governator­e Luca Zaia —. Chiude in poco più di un mese l’intera attività 2019 della Crite e si spinge oltre, programman­do anche i fabbisogni di grandi macchinari per i prossimi 2-3 anni».

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La Tac di ultima generazion­e arrivata all’ospedale di Trecenta lo scorso anno
Nuove frontiere La Tac di ultima generazion­e arrivata all’ospedale di Trecenta lo scorso anno

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