Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Giudice ordina l’iscrizione del profugo all’anagrafe È la prima volta in Veneto
Prima sentenza in Veneto che scavalca il decreto Salvini: il tribunale di Verona «condanna» il sindaco di Sona
VERONA Dopo le ordinanze di Firenze e Bologna, il tribunale di Verona scavalca il Decreto sicurezza e «condanna» il sindaco di Sona a iscrivere nei registri dell’Anagrafe una richiedente asilo.
VERONA Dopo le sentenze-pilota di Firenze e Bologna - con il polverone politico che ne era seguito - per la prima volta anche un tribunale del Veneto impone a un sindaco l’iscrizione anagrafica di due profughe. Le ordinanze, seguite ai distinti ricorsi presentati da donne africane ospitate nelle strutture di una cooperativa, sono state comunicate in questi giorni al Comune di Sona, in provincia di Verona.
Si tratta di due casi-fotocopia, mentre un terzo è in attesa del verdetto - che a questo punto appare scontato - del giudice. La prima decisione è datata 29 gennaio e va ad accogliere il ricorso presentato nei mesi scorsi da una giovane nigeriana giunta nel nostro Paese - assieme alla figlioletta - al termine di un drammatico «viaggio della speranza». L’impiegato dell’ufficio Anagrafe di Sona aveva respinto la sua richiesta di essere iscritta ai registri dei residenti, perché così prevedono le norme introdotte con il Decreto sicurezza firmato nel 2018 dall’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Per la richiedente asilo, un brutto colpo. Da qui la decisione di rivolgersi alla magistratura, con l’avvocato Fabrizio Ippolito D’Avino. E il tribunale civile di Verona ora le dà ragione.
« La mancata iscrizione anagrafica - si legge nell’ordinanza del giudice di Verona, Ernesto d’Amico - impedisce per esempio di accedere alle misure di politica attiva del lavoro; di poter ottenere un numero di partita Iva; di avere un valore Isee per accedere alle prestazioni sociali agevolate; di far decorrere il termine per la cittadinanza italiane; di avere il permesso di soggiorno Ue, di ottenere la patente di guida». Insomma, iscrivere o meno un profugo all’Anagrafe cittadina - osserva il magistrato - «incide su diritti aventi rilevanza costituzionale».
Accolta quindi la tesi dell’avvocato D’Avino: «A Trento il tribunale sta respingendo questo genere di ricorsi - spiega il legale - il giudice di
Verona, invece, ha scelto di accoglierlo, seguendo la giurisprudenza maggioritaria. È il primo caso nella nostra regione e credo farà scuola».
A maggio dello scorso anno, un’identica ordinanza a Bologna (che infatti viene citata - assieme a quella di Firenze - dal tribunale veronese che «ritiene di condividerle») aveva innescato un durissimo scontro tra Lega e magistrati, con l’allora ministro Matteo Salvini che parlava di «sentenza vergognosa» e invitava i giudici a candidarsi in politica se vogliono «cambiare le leggi per aiutare gli immigrati». Poche settimane dopo, il sindaco di Padova, Sergio Giordani, aveva annunciato l’intenzione di iscrivere nei registri un richiedente asilo: «Un provvedimento in autotutela per evitare che il Comune, come già successo a quelli di Bologna e Firenze, possa essere condannato dai giudici». Inutile dire che anche in quel caso Salvini non la prese bene, e invitò i primi cittadini ad «applicare la legge anziché fare disubbidienza ideologica».
Ora - come previsto da Giordani - la prima «condanna» è arrivata anche in Veneto, e a farne le spese è il sindaco di Sona, Gianluigi Mazzi. Uno che, ironia della sorte, all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo non è neppure contrario. «Il Comune respinse la richiesta non per motivi ideologici - spiega - ma solo perché così prevede la legge. Adesso, a causa di una norma evidentemente scritta male, ci ritroviamo a soccombere in tribunale e a spendere denaro pubblico per gli avvocati».
Ed è sempre il sindaco a dare notizia di «una seconda sentenza, analoga, che ci è stata notificata due giorni fa. E siamo in attesa del risultato di un terzo ricorso, che appare scontato». Mazzi annuncia che «agirò anch’io in auto-tutela». Tradotto: d’ora in avanti, Sona iscriverà nei registri i richiedenti asilo senza attendere il ricorso in tribunale.