Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il Veneto pronto a rivoluzion­are il rugby italiano

Innocenti: «Mi ricandido per la Fir, serve un cambiament­o»

- Di Matteo Valente © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il futuro del rugby parte dal Veneto. Il presidente del comitato regionale Innocenti pensa alla candidatur­a nazionale della Fir e al vaglio c’è una nuova grande franchigia tra Padova e Rovigo.

Se si parla di rugby, non si può non pensare al Veneto. La culla della palla ovale, la regione che da sempre ha visto dominare le proprie squadre lungo lo Stivale a colpi di scudetti e coppe. Il rugby qui non è soltanto uno sport: è una passione, anzi, per certi versi è uno stile di vita che ha plasmato generazion­i di giovani.

La forza dei numeri

Con le maglie e le scarpe infangate, i caschetti e un immancabil­e sorriso sono quasi undicimila i tesserati solo nella nostra regione con Treviso a fare da capofila seguita da Padova. Numeri che mettono il Veneto tra le regioni più in salute in tutta Italia, assieme a Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Lazio: «Il rugby veneto sta bene — conferma il presidente regionale, Marzio Innocenti — infatti anche in questa stagione abbiamo registrato un aumento delle società. Ci sono realtà in crescita come Verona, altre consolidat­e come Treviso, e poi ci sono tanti club che lavorano alla grande nel settore giovanile. Qualcuno potrebbe sottolinea­re che siamo cresciuti poco, ma mentre noi cresciamo qualcun altro decresce: è un segnale che ci deve far capire come il rugby sia arrivato alla saturazion­e e serve trovare nuove risorse».

La candidatur­a

Ed ecco perché proprio dal Veneto potrebbe partire l’impulso per una nuova epoca del rugby italiano, magari proprio sotto la guida di Innocenti, pronto a candidarsi alla guida nazionale della Federazion­e alle prossime elezioni: «Ci avevo già provato quattro anni fa, e appena uscito avevo detto che mi sarei ricandidat­o. Non posso dire che sono ricandidat­o ufficialme­nte, ma il mio nome ci sarà con le varie novità che prevede lo statuto dopo le modifiche».

Il modello veneto

Quello veneto dunque potrebbe essere uno dei modelli a cui ispirarsi per porre le basi del rugby del futuro a livello nazionale, partendo dalla forza dei club come Benetton, Petrarca e Rovigo: «Non credo però che si possa parlare di modello veneto — sottolinea Innocenti — perché l’Italia è una nazione particolar­e. Credo piuttosto nella necessità di un obiettivo comune da affidare ai comitati regionali che devono essere potenziati per favorire una maggiore attività sul territorio. Inoltre serve avere una Nazionale che vinca, e quello nell’immediato non sembra essere fattibile. Abbiamo giocatori di qualità, molti cresciuti proprio qui». Emerge insomma in maniera evidente come questa forza del movimento debba trovare nuovi impulsi, come spiega anche il presidente del Benetton Treviso, Amerino Zatta: «La Federazion­e deve organizzar­e un movimento diverso, specialmen­te per quanto riguarda l’aspetto mediatico con azioni di marketing e di comunicazi­one più efficaci, destinate a dare un nuovo appeal. È evidente come in questo momento tutti stiamo un

"Creare una nuova franchigia senza gravare sulle casse della Federazion­e sarebbe una grande operazione

po’ sopravvive­ndo: non ci sono idee per portare gente allo stadio. Credo proprio che sia arrivato il momento per fare qualcosa di nuovo».

Le risorse

Oltre alle idee però serve trovare nuove risorse dal punto di vista finanziari­o, coinvolgen­do soprattutt­o nuove forze imprendi tor i a l i che siano interessat­e a dare risalto al mov i m e n t o : « Per consol ida rc i serve un lavoro efficace sui ter r i tor i — conferma Innocenti — e ci sono altre regioni come Piemonte, Lazio, Lombardia ed Emilia che stanno lavorando bene.

Per il resto c’è il rischio di una desertific­azione: ecco perché è fondamenta­le avere un progetto su scala nazionale, declinato per le singole realtà regionali». Alle risorse però va affiancato il knowhow che in Veneto ha portato ad avere risultati sia a livelli senior sia giovanili: «L’appeal del Benetton è chiarament­e superiore a quello delle altre — sottolinea Zatta — ma non è che Petrarca e Rovigo siano da meno, vista la storia e le capacità organizzat­ive».

Una nuova franchigia Tra le ipotesi in fase di studio c’è anche la nascita di una nuova franchigia, tra Padova e Rovigo, ma non solo: «Servono soldi per fare queste operazioni. E il bilancio federale non lo permette — dice Innocenti —. Quindi al momento la priorità non è fare una franchigia, ma far confluire ai territori nuove risorse. Certo che creare un’altra franchigia for te senza gravare sulle casse federali sarebbe una grande oper a z i o n e » . Serve far conoscere il prodot to, maga r i uscendo dai confini regionali, come aveva suggerito tempo fa proprio il presidente del Benetton, indicando in Milano una possibi l e s ede di gioco: «È un argomento che dobbiamo affrontare, al di là delle provocazio­ni, con un progetto che sia attendibil­e e interessan­te per appassiona­ti e imprendito­ri» chiude Zatta.

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 ??  ?? Dirigente Marzio Innocenti, numero uno del comitato veneto della Federugby A lato l’estremo del Benetton Jayden Hayward
Dirigente Marzio Innocenti, numero uno del comitato veneto della Federugby A lato l’estremo del Benetton Jayden Hayward

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