Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Super Reyer in finale di Coppa Italia

Superata in semifinale (67-63) l’Olimpia Milano, oggi alle 18 si gioca per il titolo

- Luca Aquino

PESARO Un’altra grande impresa dell’Umana Reyer alle Final Eight di Coppa Italia in corso a Pesaro. Dopo la Virtus Bologna va a fondo contro gli orogranata la corazzata dell’Olimpia Milano di Ettore Messina, superata 67-63 al termine di una semifinale da cuori fortissimi. Partenza difficile per il quintetto di De Raffaele e poi la progressiv­a rimonta firmata dai canestri di Watt, Daye e Di Nicolao. Oggi alle 18 la finale (la prima) per il titolo.

PESARO Altra impresa Reyer. Dopo la Virtus di Teodosic cade anche l’Olimpia di Rodriguez sulla strada che porta gli orogranata alla finale (la prima) di Coppa Italia della lunga storia orogranata, contro Brindisi. Nel momento più importante della stagione, fin qui, i campioni d’Italia ritrovano il loro dna vincente dopo essere entrati in questa Final Eight da ottavi all’ultima giornata di andata. Una vittoria meritata, frutto dell’enorme carattere di questo gruppo capace di non mollare niente dopo un inizio quasi perfetto dell’Armani, volata sul +12 già nel primo quarto. C’è stata tanta difesa, il talento di Daye, la solidità di Watt e una grande regia di De Nicolao, che ha stravinto il duello con Rodriguez, autore di un sussulto di classe solo negli ultimi due minuti dopo una prova fin lì disastrosa proprio come quella di Teodosic l’altra sera. Irriconosc­ibile l’Armani, ribaltata con un parziale di 44-22 dopo aver toccato quel +12 in avvio, e poi respinta nell’ultimo quarto nonostante siano passati oltre cinque minuti prima di trovare un canestro.

In quello stesso frangente, però, la difesa non è mai venuta meno tenendo Milano a soli sei punti, a erodere lo svantaggio solo dal -10 al -4. Lì c’è stata la chiave del match perché la squadra di Messina stava ormai improvvisa­ndo più che giocare con logica e il terribile 4/27 da tre è un fedele specchio di questo. L’Armani aveva preso il sopravvent­o all’inizio innescando i suoi lunghi, con Scola e Tarczevski che segnano 11 dei primi 13 punti di squadra, mentre la Reyer fatica ad avvicinars­i a canestro perdendo in fretta Tonut per due falli veloci. Le triple di Nedovic e Cinciarini portano il vantaggio Armani oltre la doppia cifra (22-10), capitalizz­ando anche il vantaggio a rimbalzo e approfitta­ndo delle sei palle perse orogranata, che costano 14 punti sui 22 subiti alla prima pausa. Il merito degli uomini di De Raffaele, che alterna difese e quintetti alla ricerca della chimica giusta, è non abbandonar­e mai mentalment­e la partita ancorandos­i a una super difesa.

Milano, infilate due delle prime tre, sbaglia poi undici triple consecutiv­e e dal secondo quarto lo spettacolo non è

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De Raffaele A queste nostre vittorie non ci credeva nessuno e io sono molto contento per tutti i miei ragazzi

proprio per palati fini. Ogni canestro è quasi un gol, Watt riesce finalmente a innescarsi all’interno di errori e orrori assortiti su entrambi i fronti e il primo canestro di Daye, nell’ultimo minuto del primo tempo, riporta a contatto la Reyer (31-29) che tira col 38% ma tiene gli avversari al 34%. La logica dice che la prima squadra a infilare un paio di canestri da fuori può allungare e infatti Bramos sorpassa per la prima volta dall’arco (33-34), con Milano paralizzat­a e incapace di trovare il ritmo. Quasi fisiologic­amente l’Umana allunga, con il talento di Daye e un perfetto De Nicolao per il +10 alla terza sirena (44-54 con 8/15 da tre). Vedendo lo striscione del traguardo e una finale sempre più vicina, la Reyer si blocca. Non segna per oltre cinque minuti nel quarto periodo, ma l’Armani gira a vuoto e segna solo 6 punti. Daye rimette in moto l’attacco, Bramos da tre fa 56-61 a -2’11”, prima dello scatto di orgoglio di Rodriguez spento dal siluro dello splendido De Nicolao (4/5 da tre) per il 59-64.

Trema poi la mano di Bramos, che sbaglia tre liberi a -31”, ma Watt prende il rimbalzo della doppia-doppia (16+10) e segna il «gol partita» (61-66 -17”) spedendo in orbita la sua Reyer.

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