Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tremila b&b chiusi, ricorso al Tar
Niente comunicazioni Istat. Nel mirino il regolamento edilizio
VENEZIA Tremila a Venezia, duemila a Belluno, una ventina a Padova, solo una nella Marca. Su oltre 43.200 locazioni turistiche venete, 6.746 in questi giorni sono state chiuse d’ufficio dalla Regione per la mancanza delle comunicazioni Istat. Attività che da oltre un anno non solo non fatturavano, ma neppure dichiaravano di non farlo.
La metà sono in laguna e sono le stesse che, per riaprire formalmente, avranno più problemi, visti i paletti alzati dal nuovo regolamento edilizio comunale: senza fosse settiche, infatti, non apre più nessuno, neppure chi si era fermato solo temporaneamente. Un problema, questo, che si estende perciò oltre la dichiarazione Istat. «Tra i nostri soci pochissimi si sono visti chiudere l’attività per la mancata dichiarazione. Il problema delle fosse settiche e del mancato modulo di subentro, invece, ha già messo nei guai centinaia di attività, motivo per cui stiamo organizzando un ricorso al Tar». Ondina Giacomin, presidente Abbav, da settimane sta affilando le armi per rispondere al nuovo regolamento di Ca’ Farsetti. «Se si cambia ragione sociale o si trasferisce l’attività a un altro membro della famiglia si è costretti a chiudere e riaprire. Peccato che, in assenza delle fosse settiche, adesso non sia più possibile aprire “nuove” attività, quindi il procedimento si arena».
Giacomin racconta di «tanti, tantissimi operatori che non sanno come fare», anche tra i cinquecento soci Abbav. Gli stessi che, il 24 febbraio, si riuniranno per decidere se impugnare il regolamento edilizio e portarlo al Tar, questione già discussa lo scorso giovedì, quando oltre ai locatari si sono riunite anche le altre categorie e un team di sei avvocati, per cercare di smontare l’impianto normativo. Impresa non facile, tanto che non si esclude che il ricorso finisca in un buco nell’acqua, ma questa eventualità non ne ridurrebbe comunque l’importanza: «Sarebbe un’azione politica, aiuterebbe a evidenziare le storture del testo votato dal consiglio comunale di Venezia, come è successo anche in passato. Certo — sottolinea Giacomin — operazioni di questo tipo hanno un costo».
Problema A Venezia gli alloggi chiusi non possono riaprire se non hanno le fosse settiche