Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Venezia, doppia illusione Entella pari nel recupero

Avanti con Longo e poi Aramu, traversa di Capello. Il sigillo di Mancosu al 92’

- Francesco Bottazzo

Urlando contro il cielo «cantava» Ligabue tra primo e secondo tempo. Mai colonna sonora fu così azzeccata: prima l’illusione (a 10’ dalla fine), poi la rabbia (a tempo scaduto).

Al Venezia non rimane che battere i pugni sulla panchina, imprecare e fare mea culpa per l’ennesima partita buttata via. Un punto nelle due sfide al Penzo è poca cosa, un calcio nello stomaco con un salvezza che comincia a farsi più complicata guardando ai risultati di chi sta davanti. Resta la (magra) consolazio­ne che in trasferta gli arancioner­overdi hanno una marcia da promozione, ma senza i punti a Sant’Elena la montagna da scalare è sempre più impervia. «La paura in alcuni momenti si fa sentire», commentava­no i lagunari a fine partita, facendo tornare l’incubo dello scorso campionato. Non è un caso che la palla, con il passare dei minuti, scotti sempre più tra i piedi: il buon calcio del primo tempo, ha pian piano lasciato spazio alla confusione e all’imprecisio­ne. E dire che la partita si era messa bene a dieci minuti dalla fine quando una punizione di Aramu ha attraversa­to tutta l’area di rigore senza che nessuno la toccasse prima di terminare in rete. Ma a poco è servito il fortino costruito da Dionisi, abbattuto dall’attacco all’arma bianca dell’Entella, con quello che l’allenatore veneziano ha definito «un gollonzo».

Rimangono i problemi di sempre: le difficoltà a segnare su azione (i gol di ieri sono arrivati entrambi da calcio da fermo) e a chiudere ermeticame­nte la porta. D’accordo, anche la sfortuna continua a metterci del suo: anche ieri Capello ha colpito la traversa, facendo arrivare a dodici (su 24 gare) i legni colpiti dal Venezia. Ma una buona fetta di responsabi­lità ce l’ha anche la coppia centrale (Modolo e Cremonesi), spesso in balia del gioco e dei lanci lunghi

Al Penzo

Il rigore trasformat­o da Samuele Longo dopo 9 minuti di gioco per il momentaneo 1-0 del Venezia sulla Virtus Entella. Primo gol dell’attaccante scuola Inter, arrivato in Laguna a gennaio

(foto Vision) dell’Entella. Eppure il Venezia era partito forte, pressando alto come quando Capello ha trovato l’imbucata per Longo che, davanti al portiere, viene stesso dall’ex Coppolaro. Il giovane arancioner­overde non si fa pregare e trasforma, così come venti minuti dopo f a De Luca in s egui to a un’azione quasi fotocopia in cui Modolo (disattento) si è fatto anticipare dall’attaccante. Altro rigore e 1-1: portiere da una parte e palla dall’altra. Tutto da rifare e tutto bene fino al limite dell’area, poi la nebbia che inibisce qualsiasi idea ai lagunari.

Paradossal­mente è stata più pericolosa l’Entella, pronta a scattare sempre sul limite del fuorigioco. Ecco che prima De Luca lasciato solo quasi al limite dell’area piccola colpisce a colpo sicuro ma Lezzerini si supera sul colpo di testa, poi Morra che brucia sul tempo Cremonesi e manda alto davanti al portiere. E nel secondo tempo ci sono dieci minuti di panico lagunare con azioni e tiri a raffica (che Boscaglia ancora ora si chiede come non siano entrati) con Schenetti a ripetizion­e, ancora De Luca e poi Morra (quest’ultimo da solo a un metro dalla porta) a mandare fuori. Il resto è cosa nota: la prodezza (con ingenuità del portiere) di Aramu, la paura della rimonta e l’«infortunio finale». Lezzerini che esce zoppicante dal campo è l’immagine del Venezia di oggi.

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