Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«In pensiero per i famigliari Qui meno prevenzione»
«Sono preoccupata per la mia famiglia: qui le persone non seguono le misure di prevenzione come in Cina. Anche se volessero, non ci sono le mascherine». Proprio nei giorni di diffusione del Coronavirus è tornata a Venezia Petra Vidali, la studentessa 23enne a Wuhan, città focolaio del virus, per due settimane in quarantena nella base militare della Cecchignola. Uscita l’altro ieri per lasciare spazio agli italiani contagiati a bordo della nave Diamond Princess, Petra è rimasta qualche ora a Roma prima di rientrare in Veneto.«È stato tutto perfetto, le persone che ci hanno accompagnato sono state molto disponibili, per ogni necessità erano pronti ad aiutare — ricorda la giovane — . La quarantena è stata una cosa necessaria, in questi casi hai la responsabilità non solo della tua salute, ma anche di quella di chi ti sta attorno. È meglio avere la totale sicurezza di stare bene». Tra le canzoni alla chitarra postate ogni giorno su Instagram e lo studio, Petra nei giorni di quarantena ha dato vita insieme ad alcuni amici a una raccolta fondi per Wuhan. «E’ partita su social network cinesi, quello che abbiamo creato con “gofundme” è un sogno per aiutare ulteriormente — racconta —. Abbiamo già comprato diecimila mascherine, arrivate a Wuhan e che verranno consegnate all’ospedale. Ora abbiamo preso cinquecento paia di guanti e stiamo lavorando per comprare cento tute protettive, oltre ad altro materiale». E, mentre la campagna cresce con il passaparola, Petra ha sempre lo sguardo rivolto verso la Cina. «Mi manca la vita di tutti i giorni, la mia routine, le lezioni e il “reganmian”, che è un piatto tipico di Wuhan — conclude —. E soprattutto tutte le persone con cui vivo là, amici, coinquilini e compagni di università e avventure».