Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Marinese: aiuti alle imprese A messa comunione in mano e niente scambio della pace
VENEZIA «Venezia si salvò dalla peste con la quarantena, ma non spetta a me dire se ci sono le condizioni necessarie per sospendere il Carnevale, visto che c’è un’unità di crisi regionale addetta. Illustri virologi sottolineano però la necessita della quarantena per limitare la diffusione nelle zone dove ci sono stati casi infetti». Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici di Venezia poi si sofferma sulle prescrizioni ai colleghi, come i medici di base che, già da venerdì, hanno ricevuto numerose richieste di visite a domicilio da parte di chi ha la febbre o ha semplicemente paura di andare negli ambulatori per il coronavirus. «Verrà diramato un vademecum specifico – spiega Leoni – in modo da poter fare una visita al telefono con precise domande per poi, in caso, avvertire il 118 di andare sul luogo».
Se l’emergenza sanitaria è al primo posto, si prospetta anche un’emergenza lavoro. «Dobbiamo abbinare la prevenzione medica a quella economico-sociale – sottolinea il presidente di Confindustria Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese – se la malattia si cura con l’isolamento, il rischio è che si fermino le imprese come è successo a Lodi: che quindi non producano e non riescano a eseguire gli ordini e a pagare i fornitori. C’è il rischio di una bastonata con aziende che chiuderanno il bilancio con meno 10-20 per cento di fatturato». Alla luce degli scenari, Marinese richiede dunque delle misure drastiche. «Ci vuole una manovra choc con la comunità europea: va cristallizzato il versamento delle imposte e dei mutui e va istituita la calamità nazionale, in modo tale che le aziende che non riescono a rispettare gli ordini possano appellarsi alla causa di forza maggiore e non pagare le penali».