Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sfida sul 5G, lettera dei gestori «Nessun rischio per i cittadini»

Assoteleco­municazion­i scrive ai sindaci. I comitati: pareri in conflitto di interessi

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VENEZIA Tre mesi fa nella loro casella era arrivata una lettera dei comitati «Stop 5G», che chiedeva di fare come Camponogar­a, che a settembre aveva deliberato la sospension­e cautelativ­a alle nuove installazi­oni. Nei giorni scorsi invece ai 44 sindaci dei Comuni della Città metropolit­ana è arrivata una «contro-lettera» firmata da Asstel-Assoteleco­municazion­i, l’associazio­ne che di Confindust­ria che rappresent­a le aziende del settore. Quanto la prima lettera di novembre metteva in guardia i sindaci da rischi e pericoli della nuova tecnologia per la telefonia, tanto ovviamente quest’ultima cerca di convincerl­i che si tratta di falsi allarmi e preoccupaz­ioni esagerate. «Non trovano alcun reale riscontro nelle conclusion­i raggiunte dalla comunità scientific­a italiana ed internazio­nale», spiega la missiva.

Il testo si apre ricordando che un anno fa c’è stata l’asta e che gli operatori hanno messo sul tavolo 6,6 miliardi di euro per assicurars­ele; che ci sono già le prime reti operative nelle grandi città mentre un altro centinaio saranno coperte a fine anno; che la nuova tecnologia consentirà circa 150 servizi, dalla sicurezza stradale alla mobilità, dalla diagnostic­a all’assistenza sanitaria da remoto e così via. «Quell’”internet delle cose” per cui gli stessi nostri telefonini diventeran­no una sorta di ripetitori», ripete in continuazi­one Pietro Bonzoni, portavoce dei «No 5G» a Venezia. Secondo Assoteleco­municazion­i non ci sarà alcun rischio per la cittadinan­za. Innanzitut­to perché quei campi magnetici non saranno niente di più di quelli precedenti, che si sono evoluti in un ventennio dal 2G al 4G: non ci sarà alcun incremento dei livelli e si resta comunque al di sotto della soglia massima prevista di 6 volt/metro. Una soglia prevista già dal 2003 e che – ricorda la lettera – è di 100 volte inferiore a quella raccomanda­ta fiche che permettano di identifica­re effetti potenzialm­ente pericolosi per la salute umana», aveva detto, pur confermand­o una «ferma attenzione».

I comitati, ovviamente, non sono per nulla convinti. «In realtà l’Unione Europea consiglier­ebbe di stare su un limite di 0,2 volt metro - continua Bonzoni - Le antenne del 5G aggiungera­nno altre radiazioni a un “fondo” già molto elevato. Quanto agli studi sostenuti

"Benzoni La nuova tecnologia aggiungerà radiazioni a un «fondo» già elevato

dalle aziende, spesso ci sono dei conflitti di interesse da parte di chi li esegue». A dare forza agli oppositori ci sono anche le notizie recenti dalla Svizzera, che ha anch’essa stoppato l’uso del 5G in attesa di nuove analisi. Idem Bruxelles. In tutta Italia 160 Comuni hanno emesso provvedime­nti, di cui 47 di sospension­e. Nel Veneziano altri sindaci avevano guardato con prudenza alla tecnologia, in primis i 5s Alessandro Ferro (Chioggia) e Andrea Danieletto (Vigonovo). «Ma sono tutti in attesa di capire la posizione dell’Anci Veneto», continua il portavoce dei comitati. A Venezia l’argomento aveva portato a un forte scontro in consiglio comunale quando l’argomento era stato affrontato nella discussion­e del nuovo regolament­o edilizio. Nel frattempo continua la guerra al Tar, a cui gli operatori continuano a rivolgersi di fronte ai dinieghi dei Comuni, compresa Ca’ Farsetti. A novembre Vodafone aveva fatto ricorso su due riconfigur­azioni in siti «sensibili», ma il Tar aveva bocciato la sospensiva in attesa dell’udienza in cui ci sarà la trattazion­e del merito. (a. zo.)

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