Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Da Dorè a Brand A Rovigo, l’Inferno di Dante illustrato

In mostra a Rovigo le illustrazi­oni del poema dantesco dall’800

- di Isabella Panfido

Arte A Brand è affidata l’interpreta­zione contempora­nea. La quercia del poeta

Sono le parole che creano il mondo, in principio era il Verbo. È il racconto che evoca l’immagine, poiein, da cui poesia, in greco significa fare; «ut pictura poesis», ci ricorda Orazio come la poesia così la pittura ( o viceversa). E allora eccoci qui oggi a rimirare quello che le perfette terzine dantesche hanno generato e continuano a generare in artisti lontanissi­mi per epoca, origine e modo: «Visioni dell’Inferno. Dorè/ Rauschenbe­rg/Brand».

C’è molto da gustare in questa raffinata mostra, oltre all’ottimo allestimen­to all’ultimo piano di Palazzo Roncale a Rovigo: un raffronto tra le illustrazi­oni dell’Inferno di Gustave Doré, Robert Rauschenbe­rg e Brigitte Brand, per i 33 canti più uno della prima Cantica. Dorè, illustrato­re celeberrim­o, si misurò in un autentico corpo a corpo con la materia pulsante della poesia dantesca e produsse 75 tavole che nel 1861 originaron­o due versioni, per le edizioni Hachette ma autofinanz­iate, una francese e una italiana. Come ricorda Mauro Carrera nel catalogo, fu un successo internazio­nale immediato. La sua vigorosa e onirica vena creativa, popolare eant intellettu­alistica, entrò in perfetta sintonia con la infinita materia dantesca, materia che cent’anni dopo provocò l’inquieto estro di uno dei più ribelli artisti della Pop Art americana, Robert Rauschenbe­rg.

La sfida dell’Inferno dantesco produsse 34 disegni dove – come scrive in catalogo Barbara Codogno - «Rauschenbe­rg scopre nelle illustrazi­oni della vita americana contempora­nea il materiale per una proiezione della poesia dantesca», così protagonis­ti e situazioni della politica americana degli anni Sessanta trovano ruoli e luoghi nei gironi infernali del sommo poeta. Eseguiti con la tecnica del trasferime­nto di immagini (da giornali, foto ecc.) i «Dante drawings», finiti nel 1960, vengono subito esposti da Leo Castelli a New York e poi acquistati dal Moma, garantendo all’artista il premio della Biennale di Venezia del ‘64. Sessant’anni dopo i versi immaginifi­ci dell’Inferno toccano il cuore e la mano dell’artista tedesca Brigitte Brand che con la stessa tecnica, che le è da sempre familiare, trasferisc­e figure e ambientazi­oni della sua geografia artistica nei versi danteschi. Il tocco lieve e fibrillant­e di Brigitte Brand, nella quasi immaterial­e variabile di diluizioni cromatiche, attraversa la materia della umanità dolente dantesca con «uno sguardo dall’alto che vede in volo la terra e anche i cieli», come scrive Virginia Baradel in catalogo.

I tre artisti entrano nella poesia dantesca senza mediazioni, in affondo e, sorprenden­temente (ma forse è quasi logico) ne traggono spesso identica emozione che si traduce in strutture delle immagini assai simili.

Non immagini simili, ma sintassi delle illustrazi­oni che sono generate dalla medesima tensione: così il vortice per il canto XVII, lo sprofondam­ento per il canto XX, la orizzontal­ità del XXII, la verticalit­à del X.

In mostra, a coronament­o, edizioni preziose della Comedia dalle bibliotech­e rodigine, la curiosissi­ma prima edizione di L’inferno di Topolino, Disney edita in Italia tra il 1949-50, il volume L’Inferno di Dante. Una storia naturale, Mondadori 2010, illustrata e commentata da Waterhouse e Hutton, giovani artisti di Fabrica.

La mostra, voluta dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, su idea di Sergio Campagnolo che ricorda i racconti polesani della quercia fattigli da Antonio Cibotto, si completa con una deliziosa sala dedicata a La quercia di Dante, la leggendari­a Rovra de Dante che si dice abbia permesso al Poeta, perduta la via tra Venezia e Ferrara nell’umida estate padana del 1321, di ritrovare il cammino. Quella quercia ormai non c’è più, ma una parte del suo grande tronco esposto a Palazzo Roncale accompagna Cortex, impronta del suo tronco rilevata dalla artista Miranda Greggio, quando il grande rovere, già colpito da fulmine nel’76, collassò nel giugno 2013.

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In alto, un’illustrazi­one di Robert Rauschenbe­rg: il pop artista prende spunto dalla politica del suo tempo A sinistra, il classico Gustave Doré e il suo conte Ugolino
Forme In alto, un’illustrazi­one di Robert Rauschenbe­rg: il pop artista prende spunto dalla politica del suo tempo A sinistra, il classico Gustave Doré e il suo conte Ugolino

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