Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La bimba messa all’indice in chat partono querele
Ha 8 anni, è positiva ma asintomatica: per ore, nome e indirizzo sono rimbalzati da un telefonino all’altro. Chiusa la sua scuola
Una bimba di otto anni, positiva al test, messa alla berlina sui social e nelle chat delle mamme del paese, nel Padovano. Indicata con nome, cognome, indirizzo. Come fosse diventata improvvisamente un pericolo pubblico. L’ira del sindaco: «Denuncio tutti».
CURTAROLO (PADOVA) Una bimba di otto anni messa all’indice sui social e nelle chat delle mamme del paese. Svelati nome, cognome, età, indirizzo. E con i suoi, sono diventati «virali» anche i dati del papà e dello zio. Qualcuno, avrebbe perfino diffuso la fotografia di suo nonno. E così, nell’era di Whatsapp e del coronavirus, perfino i più piccoli possono diventare un pericolo pubblico dal quale guardarsi. Un nemico che è meglio saper individuare subito.
Ieri, i componenti di un’intera famiglia padovana sono stati trattati come appestati soltanto perché, si legge nel messaggio rimpallato da un telefonino all’altro, sono «persone risultate positive al test del coronavirus». Una follia sulla quale indagheranno carabinieri e procura.
È accaduto ieri a Curtarolo, in provincia di Padova. Lì abita la bimba che, pur non manifestando alcun sintomo, è risultata affetta da Covid-19. A poche centinaia di metri vive suo zio, pure lui positivo all’analisi del tampone e pure lui, almeno per il momento, non ha manifestato alcun malessere. Mamma e papà, invece, sono negativi.
Per tutti, in via precauzionale, è stato disposto l’isolamento in casa: se per i prossimi 14 giorni continueranno a non avere sintomi, potranno tornare alle loro vite.
Diversa la situazione per il nonno della piccola, un imprenditore di 67 anni che abita nella vicina Limena e che ha contratto il virus: è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Padova. A lui si aggiungono altri sei casi di cittadini limenesi positivi ma asintomatici, che ora si trovano in quarantena fiduciaria.
Sempre a Limena va a scuola la bimba, che frequenta la seconda elementare. In isolamento sono quindi finiti i suoi diciotto compagni di classe mentre la scuola rimarrà chiusa per qualche giorno.
Il sindaco del paese, Stefano Tonazzo, ieri si è trovato a prevenire un’ondata di panico da parte di chi temeva di ritrovarsi con l’esercito pronto a chiudere le strade, come accade a Vo’: «Manteniamo tutti la calma - ha messo in chiaro il primo cittadino - non c’è alcun ordine di quarantena né di chiusura del paese».
Più delicata la situazione in cui si è trovata la sua collega di Curtarolo. Già in tarda mattinata ha cominciato a circolare, su Facebook e sui gruppi Whatsapp, il messaggio che indicava l’identità della bimba (oltre a quella di papà e zio) positiva al coronavirus. La nota veniva attribuita proprio alla sindaca, Martina Rocchio. Che però nega: «Non ho mai diffuso quel comunicato, figuriamoci se può passarmi per la testa di svelare dati così sensibili, specie di una minorenne». Su chi sia il responsabile, una «pista» c’è già: «L’autore è sicuramente qualcuno che, per fini politici, ha voluto utilizzare quella povera bambina per colpire la sottoscritta. Dovrebbe vergognarsi. Mi sono rivolta ai carabinieri e sporgerò denuncia: spero risalgano al colpevole».
Anche la famiglia della piccola pare abbia intenzione di presentare querela. A chi è riuscito a contattarli, mamma e papà ieri hanno assicurato: «La nostra bimba sta bene, gioca, non ha alcun sintomo influenzale». Per loro sono ore terribili: al fastidio per come sia stata diffusa la notizia della positività della figlia al coronavirus, si aggiunge la preoccupazione per la gravità delle condizioni di salute in cui versa il nonno paterno.
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Chi ha diffuso il nome della piccola l’ha fatto per poi scaricare la colpa sulla sindaca "
Manteniamo la calma, non c’è alcun ordine di quarantena né di chiusura del paese