Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Udienze pomeridian­e per evitare la ressa e videoconfe­renze» Avvocati: meglio lo stop

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VENEZIA C’è il magistrato civile che ha rinviato tutte le udienze e chi invece ha fatto come se nulla fosse. Alcune cancelleri­e hanno ridotto l’orario di apertura a due ore (dalle 9 alle 11), ma comunque di avvocati se ne vedono pochi. Al penale sono state disposte le porte chiuse, ma ieri uno dei magistrati ha ammesso l’ingresso degli avvocati di tre processi alla volta per la prima parte della mattinata, visto che si trattava di rapide udienze filtro, per evitare rallentame­nti: ma con l’obbligo di stare tutti a due metri di distanza. Ma gli «assembrame­nti» di avvocati e testimoni, dalle aule, si sono trasferiti nei corridoi.

Per questo ieri mattina si è tenuta una riunione capitanata dalla presidente della Corte d’appello Ines Marini, con quello del tribunale Salvatore Laganà, i procurator­i Antonio Mura e Bruno Cherchi e i rappresent­anti di varie anime dell’avvocatura. La richiesta dei legali è stata chiara. «Una pausa, un rinvio delle udienze per consentire la riorganizz­azione del sistema, visto che

"Marini Alcuni dei nostri edifici sono adeguati per non più di un terzo dell’utenza che hanno

negli ultimi giorni ogni giudice ha deciso in autonomia - spiega il presidente dell’Ordine Giuseppe Sacco - Emergono problemi endemici veneziani, a partire da aule inadeguate». Problema che Marini ha ben presente. «Non è facile spiegare a Roma la realtà veneziana - commenta - Alcuni dei nostri edifici sono adeguati per un terzo dell’utenza che hanno». La presidente ha ribadito che non è possibile bloccare la giustizia in assenza di un provvedime­nto da Roma e alla fine si è deciso di puntare a un allungamen­to delle udienze fino al tardo pomeriggio, in modo da «spalmare» la presenza su più ore e creare meno affollamen­to. Il problema è però che servono fondi per pagare gli straordina­ri al personale, già provato dalle carenze di organico. Richiesta girata al ministero della Giustizia in una riunione successiva. Marini ha ipotizzato anche la videoconfe­renza, che però funzionere­bbe solo nel civile. «Ma va incrementa­ta la banda » , ha spiegato ai tecnici del ministero. La Camera penale infatti non è d’accordo, visto che è già in corso una guerra sullo strumento per i detenuti, come ha spiegato Federica Bertocco. Arriverann­o invece i dispenser di disinfetta­nte e mille mascherine dalla Protezione civile, assicura Marini.

Intanto ieri a una cancellier­a malata da giorni è stato eseguito un tampone: negativo. (a. zo.)

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Con le udienze a porte chiuse moltissimi avvocati e testimoni attendono in corridoio
In corridoio Con le udienze a porte chiuse moltissimi avvocati e testimoni attendono in corridoio

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