Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Battuta «sessista» del presidente sui social Lettera dei dipendenti: ironia fuori luogo
Giochi di parole, parafrasando la canzone con cui i Jalisse vinsero Sanremo nel 1997. E’ bastato il commento a un articolo di giornale postata su Facebook a far scatenare la pioggia di critiche sul presidente del Casinò Maurizio Salvalaio. Perché l’avvocato giocando sul fatto che le fiches (parola scritta senza la «s» sul giornale) nei giorni del Coronavirus saranno pulite una ad una, si è lasciato andare a giochi di parole sul doppio senso del termine in una ridda di commenti (anche con alcuni dipendenti della casa da gioco) più adatto a due battute al bar con gli amici che a una piattaforma social pubblica. «A Venezia siamo sempre più avanti», l’incipit di Salvalaio che ha ricevuto i like anche da qualche consigliere comunale fucsia probabilmente non attento alla battuta scivolosa del presidente. «In un momento difficile per la nostra azienda, che lavora a stretto contatto con il pubblico, ci troviamo a fare i conti anche con l’ironia fuori senso, volgare e superficiale del presidente della società», hanno scritto alcuni dipendenti all’azienda. Perché all’affermazione iniziale è presto seguito uno scambio di battute ambigue. «Salvalaio ha pure commentato: oggi tutti vogliono essere in turno. Ci dispiace contraddirla presidente — la critica dei dipendenti — Nessuno può essere in turno perché la casa da gioco è chiusa. E non sappiamo quando potremmo rientrare». Firmato: dipendenti forzatamente senza lavoro a causa del Coronavirus. Per la cronaca il Casinò di Venezia rischia di perdere un milione e mezzo per la chiusura ma anche per i numeri esigui dei giorni precedenti: domenica a Ca’ Noghera c’erano poco più di 700 clienti, la settimana prima sfioravano i 1900. ( f. b.)