Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Eraclea, coda per farsi sentire Il processo inizierà in aprile
Due udienze a settimana. Videoconferenza dimenticata
MESTRE L’obiettivo, per evitare sovrapposizioni, sarebbe riuscire a finire prima dell’11 giugno, quando inizierà il «maxi-processo» dibattimentale al presunto clan di Casalesi che per quasi un ventennio si è insediato a Eraclea sotto la guida del boss Luciano Donadio. Per questo il giudice Michela Rizzi fisserà un paio di udienze a settimana a partire dal 21 aprile prossimo, quando il processo in abbreviato a 25 imputati – gli altri 46 hanno scelto, appunto, il giudizio ordinario – entrerà nel vivo. Ieri l’udienza in aula bunker è stata rapida, se non fosse stato per l’impiccio iniziale: per un errore non era stato stabilito il collegamento con il carcere in cui è detenuto Vincenzo Vaccaro, uno dei pentiti da cui è partita l’inchiesta e uno dei dieci imputati che partecipano in videoconferenza. Ci sono volute quasi due ore per stabilire il contatto e farsi dire da Vaccaro che acconsentiva a non presenziare all’udienza, dando il via libera.
A rendere ancora incerti i tempi c’è però la questione degli interrogatori. Pare che una decina di imputati vogliano essere sentiti per dare la loro versione dei fatti, ma finora l’unico che l’ha formalizzato è stato l’imprenditore Amorino Zorzetto, accusato di bancarotta fraudolenta. Ancora incerto l’ex sindaco e vicesindaco Graziano Teso, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre l’ex avvocato di Donadio, Annamaria Marin, che deve rispondere di favoreggiamento, dovrebbe rendere dichiarazioni spontanee. Il gup Rizzi ha comunque rinviato ad aprile, dandosi anche il tempo per studiare le carte, visto che è stata applicata ad hoc a questo processo solo un paio di settimane fa. (a. zo.)