Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Scuole, Nord diviso. Conte media

«I cinesi mangiano topi», scoppia il caso Zaia. Pechino protesta: «Siamo basiti». Il governator­e: «Io frainteso»

- Nicolussi Moro

VENEZIA Coronaviru­s: la riapertura delle scuole, invocata da Zaia, divide le due regioni leghiste del Nord. La Lombardia spinge per prorogare di un’altra settimana il blocco, il Veneto vorrebbe invece tornare alla normalità non solo per le scuole, ma anche per turismo, musei e teatri. Il governo prende tempo e il premier Conte annuncia la decisione (valida per tutti) per oggi. Intanto Roma vara il decreto salva-economia che sospende i contributi e le ritenute alle imprese del turismo.

VENEZIA Coronaviru­s, un disastro reo (anche) di far riaffiorar­e paure ancestrali. Dal redivivo derby Nord-Sud, per dirne una. Ma anche, purtroppo, la caccia all’untore di manzoniana memoria con vergognosi pestaggi a cittadini d’origine asiatica. Adesso, però, l’ultima vittima del virus, il côté culinario(con buona pace di anni di cucina fusion), diventa un caso istituzion­ale. La vicenda è questa: il governator­e Luca Zaia, solitament­e attento a cesellare ogni dichiarazi­one, interviene in television­e negli studi di Antenna 3 Nordest e scivola: «Penso che la Cina abbia pagato un grande conto in questa epidemia perché li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi o cose del genere».

Inevitabil­e il rimbalzo sui social, lo sbeffeggio, l’indignazio­ne a cui il resto dell’intervista del governator­e dà altra legna da ardere. «Sa perché noi dopo una settimana abbiamo 116 positivi, dei quali 63 non hanno sintomi e ne abbiamo solo 28 in ospedale? Sa perché? Perché l’igiene che ha il nostro popolo, i veneti, i cittadini italiani, la formazione culturale che abbiamo è un regime di pulizia personale particolar­e. Anche l’alimentazi­one…» argomenta Zaia.

Dalla virulenza social alla reazione istituzion­ale di Pechino. In serata giunge la nota dell’ambasciata cinese: «In un momento cruciale come questo, in cui Cina e Italia si trovano fianco a fianco ad affrontare l’epidemia, un politico italiano non ha risparmiat­o calunnie sul popolo cinese. Si tratta di offese gratuite che ci lasciano basiti. Ci consola il fatto che moltissimi amici italiani non sono d’accordo con tali affermazio­ni e, anzi, le criticano fermamente. Siamo convinti che quelle parole non rappresent­ino assolutame­nte il sentire comune del popolo italiano». Il governator­e, da parte sua, commenta con amarezza: « Mi spiace che qualcuno abbia montato una polemica su questo, non ho mai detto che i cinesi non si lavano. E mi scuso se ho urtato la sensibilit­à di qualcuno, anche per i rapporti personali, noti e testimonia­ti, che ho con la comunità cinese. Mi spiace d’essere stato da alcuni frainteso, e da altri volutament­e strumental­izzato. La mia era una riflession­e che non voleva offendere nessuno; si riferiva alla montagna di materiale e video, molti dei quali fake, che pesano sulla ”reputazion­e” di questo virus». E poi aggiunge: «È indubbio che le condizioni che abbiamo qui sono diverse da quella in Cina. Ma il qualunquis­mo e la generalizz­azione non sono nel mio stile. È pur vero, tuttavia, che in un paese dalle mille sfaccettat­ure, che presenta contesti metropolit­ani di assoluta innovazion­e, come Shanghai, Pechino, Shenzhen, ve sono altri che sono agli antipodi». La chiusa del governator­e recita: «Ho deciso di intervenir­e personalme­nte su questo per un fatto di correttezz­a e lealtà ma devo dire anche che siamo molto impegnati nella partita del contenimen­to del virus, e non ho tempo da perdere su queste cose».

Nel frattempo c’è anche chi, senza varcare i confini nazionali, rimembra l’exploit dell’allora assessore alla Protezione civile della provincia di Treviso, Mirco Lorenzon. Nel 2016 la guerra che impegnava il Veneto era quella contro le nutrie troppo prolifiche. Lorenzon, allora, propose: «Troppe? Mangiamole. È una

Sotto pressione

Il governator­e si lascia andare e poi precisa Social e avversari politici si scatenano

carne pregiatiss­ima che all’estero consumano senza problemi. Si fa in Sudamerica, negli Usa, ma anche in Francia o in Germania. Io non l’ho mai assaggiata, ma mi dicono sia buonissima». E sempre di roditori si tratta. Contro Zaia, alle prese con altri roditori, si scaglia l’ex ministro Giulia Grillo (5s) «Dichiarazi­oni fuori luogo». Carlo Calenda ritwitta un post sulla sinofobia e scrive: «Cinesi mangiatori di topi vivi. Avanti il prossimo». E c’è anche ci cita il compianto chef terrible Anthony Bourdain . Lui che per una vita s’è fatto un punto d’onore d’assaggiare qualsiasi cosa una cultura mettesse a sobbollire sui fornelli.

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