Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Un centro sportivo dietro il resort
Venezia, si amplia il progetto dell’ex ospedale al Mare del Lido. Via della giunta
VENEZIA Resort, hotel, centro benessere con la piscina di acqua di mare. E poi un centro sportivo immerso nel verde. Il primo passo però sarà la costruzione di una nuova struttura sanitaria, per poter demolire il vecchio monoblocco. La giunta ha approvato il piano degli interventi dell’ex ospedale al mare, che prevede la demolizione del monoblocco ma anche l’ampliamento dell’area di riqualificazione fino all’ex Favorita e a via Cipro.
VENEZIA Adesso è scritto nero su bianco: il vecchio «monoblocco» è incompatibile con il profilo ambientale dell’area, va demolito, ma solo dopo aver trasferito tutti i suoi servizi nella nuova struttura. Dopo le valutazioni delle associazioni cittadine sull’immobile, arrivate a stimarlo fino a 50 milioni di euro, la delibera approvata ieri dalla giunta comunale e prossima al voto del consiglio mette fine alle ipotesi definendo il vecchio edificio come irrecuperabile. Ma l’adeguamento del piano degli interventi non si limita a questo, aggiunge anche al progetto di riqualifica dell’area dell’ex ospedale al Mare il recupero della zona della Favorita e di via Cipro, conferma l’abbattimento di cinque padiglioni - gli unici «doppi» - e il recupero degli altri che rappresentano i tre quarti del complesso, conferma la piena accessibilità della chiesetta e del teatro Marinoni, che manterranno le loro funzioni pubbliche. E poi, sì, nel testo si ribadiscono il resort, il centro benessere (da affidare alla gestione dell’azienda sanitaria, o a privati convenzionati), tutti i vecchi servizi - compresa la piscina coperta di acqua marina, per la talassoterapia - e anche l’università del turismo, la prima d’Italia, che dovrebbe lavorare in tandem proprio con il centro turistico firmato Club Med. In totale, sottolinea la giunta, una partita da 14 milioni di euro l’anno e circa 500 posti di lavoro. «È un altro dei “buchi” del Lido che si avvia a trovare soluzione - ha insistito il prosindaco Paolo Romor - polverizzando così le notizie false a riguardo». La delibera arriva a calmare le voci scontente di chi, dal Lido, protestava per l’operazione temendo la perdita del presidio sanitario e arrivando a ipotizzare un danno erariale sul valore del monoblocco una volta demolito: «Sono state fatte stime fantasiose, che non hanno alcuna base: non solo l’immobile è ora ufficialmente incompatibile, è anche degradato e per il suo utilizzo l’Usl paga un canone di appena 10 mila euro l’anno, come può valere 50 milioni? - ricorda Beniamino Piro, presidente dell’Agenzia di Sviluppo di Venezia, che in questi tre anni ha lavorato per far combaciare gli interessi di tutti e concretizzare il progetto - Ancora più grave, sento voci di servizi sanitari sospesi: sono falsità, una volta di più è stato scritto chiaramente che tutto dovrà essere trasferito, mantenuto nella stessa zona, e solo dopo si potrà demolire l’esistente. Come Agenzia rispondiamo di questo al consiglio comunale, quindi ai cittadini, se queste fake news dovessero continuare dovremmo per forza tutelarci in sede legale contro chi le diffonde, che così mette a rischio un’operazione da circa 200 milioni, come non se ne fanno più in Italia». Al netto del voto favorevole in consiglio comunale, il passo successivo spetta a Cassa Depositi e Prestiti, che dovrà presentare un progetto definitivo da realizzare nei prossimi tre anni. C’è però un intoppo procedurale, che riguarda proprio il monoblocco: deve essere ceduto dal Demanio, ma il tentativo di trasferirlo a costo zero con una deroga sul federalismo demaniale è naufragato contro le opposizioni in parlamento, motivo per cui ora si sta elaborando una formula di passaggio di proprietà che non pesi troppo sui conti di un solo soggetto. Cdp, da parte sua, si mantiene aperta al dialogo ma avvisa: «Prima di qualsiasi decisione è necessario analizzare nel dettaglio il documento che uscirà dal consiglio comunale, al momento l’intero progetto è ancora in fase di approfondimento». La nuova delibera impone anche la riqualifica a verde pubblico attrezzato per le attività sportive dell’area della Favorita, esclusa dal piano alienazioni e il riordino degli edifici degradati di via Cipro. Tutto da valutare, quindi, ma con una garanzia ripetuta una volta di più: «I servizi sanitari non sono in discussione - insiste Cdp - neppure uno».
I numeri Indotto da 14 milioni l’anno e 500 posti di lavoro nell’area