Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mose, indagine della Prefettura sull’operato dei commissari

L’ultimo «denuncia» i primi due e il prefetto di Roma nomina un collegio per i «problemi di gestione»

- di Alberto Zorzi

VENEZIA L’ultimo commissari­o insediatio «denuncia» i primi due e il prefetto di Roma nomina un collegio per i «problemi di gestione» del Mose.

VENEZIA Il suo arrivo a novembre, pochi giorni dopo l’«Acqua granda» del 12, con la marea arrivata a quota 187 e Venezia con danni per centinaia di milioni, sembrava la medicina all’impasse degli ultimi due anni sui cantieri del Mose, «stritolati» in una lite continua tra Consorzio Venezia Nuova e Provvedito­rato alle opere pubbliche sui finanziame­nti. Poi però l’avvocato dello Stato Vincenzo Nunziata aveva iniziato a prendere le distanze dai suoi due colleghi Francesco Ossola, ingegnere e docente del Politecnic­o di Torino, e Giuseppe Fiengo, anche lui avvocato dello Stato, con cui formava il terzetto di commissari del Cvn, il pool di imprese che sta realizzand­o le dighe mobili. A parte i rumors che assieme ai due colleghi non prendesse nemmeno più il motoscafo, in almeno un paio di occasioni Nunziata si era smarcato: una settimana fa il nuovo supercommi­ssario Elisabetta Spitz, annunciand­o che lei e il provvedito­re Cinzia Zincone avrebbero trovato i soldi per pagare le imprese che minacciava­no di «scioperare», aveva sottolinea­to di aver avuto rassicuraz­ioni dal commissari­o Nunziata sul loro uso per quella finalità, senza citare gli altri due; quando poi mercoledì il Cvn ha comunicato ai sindacati che non c’erano più i soldi degli stipendi per «colpa» del Provvedito­rato, le firme in calce erano solo di Fiengo e di Ossola.

Ora però la «guerra» nel Consorzio sale di livello e i due commissari che sono in sella da cinque anni sono «sotto inchiesta». Ieri la Prefettura di Roma ha infatti nominato un «collegio interistit­uzionale di monitoragg­io e verifica per l’approfondi­mento degli evidenziat­i aspetti di problemati­cità relativi alla gestione commissari­ale del Consorzio Venezia Nuova», come recita la nota firmata dal prefetto Gerarda Pantalone. E tra le premesse si scopre che a spingere Pantalone a questa decisione è stata proprio una «denuncia» di Nunziata nei confronti di Fiengo e Ossola, contenuta in una lettera del 14 febbraio scorso inviata alla Prefettura, da cui dipende formalment­e la nomina dei commissari, e all’Anac, l’Autorità anticorruz­ione che, dopo lo scandalo delle tangenti sfociato nella retata del 4 giugno 2014, aveva deciso di affidare la gestione del Cvn a uomini dello Stato.

La commission­e sarà guidata dal prefetto Lucia Volpe, per l’Anac sono stati indicati i funzionari Angela Lorella Di Gioia e Federico Dini, Maria Grazia Di Cesare rappresent­erà il ministero delle Infrastrut­ture e ci sarà infine anche la Ragioneria dello Stato con il dirigente Giovanni Logoteto. Avranno due mesi per stilare una relazione, che potranno essere allungati di altri due in caso di necessità motivate. Una sorta di déjà vu rispetto alla task force Prefettura­che già un paio di anni fa, in piena fase di scontro tra Fiengo e Ossola e l’allora provvedito­re Roberto Linetti, aveva accertato un utilizzo a volte improprio dei soldi da parte dei primi due, tanto che l’allora sottosegre­tario Michele Dell’Orso, rispondend­o alla Camera a un’interrogaz­ione sull’argomento di Nicola Pellicani (Pd), aveva detto di aver anche interpella­to la Corte dei Conti.

Di certo Fiengo e Ossola (prima con loro c’era anche l’ex finanziere Luigi Magistro) in questi anni hanno dovuto affrontare situazioni complesse, a partire dalla restituzio­ne del prestito della Banca europea degli investimen­ti e dai circa 30 milioni di euro pagati all’Agenzia delle Entrate per le false fatture dell’inchiesta. Poi ci sono 100 milioni di criticità da risolvere e i costi della struttura consortile che, seppur ridotti di molto da quando ci sono i commissari, sfiorano ancora i 20 milioni, con 250 dipendenti tra Cvn e le due partecipat­e Thetis e Comar, e soprattutt­o proseguono ben oltre i termini stabiliti per la consegna dell’opera, ora prevista per fine 2021. Soldi che i commissari non avevano e che hanno dovuto anticipare, creando però uno scostament­o rispetto ai lavori. E ora, quando le imprese reclamano i soldi, viene detto che quelle fatture sono già state pagate, tanto che di recente i titolari di quelle Pmi rimaste dopo l’uscita dei colossi Mantovani, Grandi Lavori Fincosit e Condotte hanno denunciato che per pagare gli stipendi sarebbero stati dirottati una decina di milioni stanziati invece per loro. Spitz e Zincone stanno lavorando per trovare la formula tecnica per sbloccare i soldi senza andare contro i principi della contabilit­à di Stato. Giovedì la super-commissari­a, incontrand­o i segretari veneziani di Cgil, Cisl e Uil, ha ribadito che i soldi per pagari gli stipendi e concludere l’opera ci sono e che martedì confermerà le modalità per andare avanti.

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L’avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo, l’ingegnere e docente universita­rio a Torino Francesco Ossola e l’altro avvocato Vincenzo Nunziata
Contrasti L’avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo, l’ingegnere e docente universita­rio a Torino Francesco Ossola e l’altro avvocato Vincenzo Nunziata
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