Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Confesercenti lancia la spesa a domicilio contro la crisi
MESTRE Se i clienti non vanno al negozio il negozio va ai clienti, con la spesa a domicilio. E non c’è coronavirus che tenga per Confesercenti Venezia. Per battere l’impennata dell’ecommerce, arrivata con la diffusione del virus, «perché non forniamo lo stesso servizio?» si chiede il direttore Maurizio Franceschi. «Che il coronavirus sia stimolo per rivedere le modalità con cui le aziende vendono il prodotto. Perché l’innovazione oggi è legata al servizio. E consegna a domicilio significa servizio». Per metterla in pratica l’associazione di categoria lancia una rete. Ci invita commercianti e ristoratori. È sufficiente un breve video di presentazione del negozio e dei prodotti offerti. In cambio Confesercenti fornisce brand, promozione sui canali social, volantini e tutto il materiale che può servire. La partecipazione è gratuita, salvo richieste di servizi aggiuntivi che si possono concordare in seguito. Non è dispendioso in un momento in cui i commercianti sono già in ginocchio? «Non necessariamente - assicura Franceschi -, ci si può organizzare, ad esempio, a fare le consegne personalmente in pausa pranzo». La formula migliore in questi casi, assicura Confesercenti, è quella dell’aggregazione: «Se arriviamo, per dire, a una cinquantina di commercianti nella rete, organizzarsi con un fattorino non è così dispendioso». Ma questo non può certo sostituire la frequentazioni di negozi, ristoranti e bar, «altrimenti anziché morire di coronavirus rischiamo di morire di recessione economica». Franceschi parla di «follia collettiva», con negozianti che battono 20 euro di scontrini al giorno: «Basta ricominciamo a frequentare la città». Lo dice anche Confcommercio del Miranese, che lancia l’hashtag #nonlasciartiinfluenzare, rivolto ai consumatori. E chiama a raccolta i sindaci: «Disinneschiamo la bomba, non c’è alcun motivo per evitare di fare la spesa». (gi.bu.)