Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gas, concordato al passaggio decisivo Creditori in attesa del nuovo piano

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VICENZA ( f.n.) Gas Jeans al passaggio decisivo sul concordato preventivo. L’attesa cresce, tra i creditori, per conoscere il piano di Grotto spa, la società di Chiuppano, nel Vicentino, storica griffe veneta del denim. Per capire se il terzo tentativo sarà quello buono, dopo l’accordo di ristruttur­azione del debito dato per chiuso a fine 2018, ma poi accantonat­o a favore di una richiesta di concordato, tradottasi nel piano presentato il 17 ottobre 2019 da Angelo Rodolfi (il profession­ista che aveva impostato il salvataggi­o di Pasta Zara), anch’esso accantonat­o.

L’altro ieri l’udienza in tribunale a Vicenza, davanti al giudice Giuseppe Limitone, per la consegna dell’aggiorname­nto del piano concordata­rio si è tenuta regolarmen­te. Ma da quel che si apprende il piano non è stato ancora depositato; novità sono attese all’inizio della prossima settimana. Il passaggio è delicato. E il pallino sta in mano al gruppo di lavoro guidato da Cristiano Eberle, il commercial­ista di Schio, presidente di Svt, la società di trasporto pubblico vicentina, nominato a metà ottobre amministra­tore unico di Grotto spa (al suo fianco gli avvocati Federico Casa, Fabio Sebastiano e Paolo Dal Soglio).

I creditori restano alla finestra. Ad iniziare dai due maggiori, Dea Capital, con i fondi della sua sgr specializz­ata nel rilancio delle aziende in crisi (ha sostenuto di recente il piano di rilancio della vicentina Trend), che ha rilevato due anni fa 35 milioni di debiti bancari, e Amco, l’ex Sga, che ne ha ereditati 12 di deteriorat­i delle ex popolari venete. Secondo le cifre esposte dal piano Rodolfi, i 47 milioni di Dea e Sga sono la fetta più rilevante dei 61,8 milioni di debiti chirografa­ri (altre due tranche da 6 ciascuna sono con banche e fornitori), sugli 81 totali. E Dea da sola ha la maggioranz­a sui chirografa­ri, risultando decisiva per approvare il piano.

Ora sarà decisivo vedere in concreto la nuova proposta ai creditori. E come li soddisferà, cercando, come dichiarato di recente, di mantenere l’azienda sul territorio e salvaguard­are al massimo i posti di lavoro. Dichiarazi­oni importanti, e non casuali, se si guarda a quanto previsto nelle 102 pagine del piano Rodolfi.

L’allora amministra­tore unico prevedeva una base di ricavi netti che dai 34 milioni 2020 sarebbe salita ai 39,5 del 2024, e una riduzione del personale a 74 persone, oltre a piani di razionaliz­zazione e taglio costi, compresi il trasferime­nto dell’area commercial­e a Milano e l’abbandono del mercato giapponese. In più la vendita di immobili, a partire dalla sede di Chiuppano, da cui ricavare 13 milioni di euro. Il tutto per produrre flussi di cassa totali, fino al 2024, di oltre 31 milioni. Così la previsione era di pagare i chirografa­ri al 32% entro il novembre 2024. Mentre per Dea e Amco si prevedeva una restituzio­ne del 10% per cassa e per il 90% con l’attribuzio­ne di azioni e strumenti partecipat­ivi, che convertiva­no i crediti in patrimonio anche per ricapitali­zzare la società ( il patrimonio di Grotto spa era negativo per 43 milioni a giugno 2019). Una manovra che avrebbe consegnato il 70% della società a Dea e Amco, con la possibilit­à di metterla in vendita dopo un certo periodo.

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Quartier generale La sede di Gas a Chiuppano

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